Con il termine “mal di testa” vengono comprese tutte quelle manifestazioni dolorose che interessano la zona cranio-facciale e cervicale.

Le cefalee (che nel linguaggio quotidiano chiamiamo “mal di testa”) vengono differenziate in:

  • Cefalee primarie: indipendenti da una patologia sottostante (la cefalea stessa è la malattia)
  • Cefalee secondarie: conseguenti ad una condizione o a una patologia sottostante temporalmente correlata all’insorgenza del dolore, la cui rimozione provoca la scomparsa o almeno riduzione dei sintomi
  • Nevralgie craniche e dolori facciali

Al gruppo delle cefalee primarie appartengono:

  • Emicrania: con il termine emicrania si intende una cefalea caratterizzata da dolore pulsante di intensità moderata o severa ad un solo lato del capo e che peggiora con l’attività fisica quotidiana, associata a fotofobia (ipersensibilità alla luce), fonofobia (ipersensibilità al rumore), nausea e vomito, osmofobia (ipersensibilità agli odori), stato di confusione o vertigini. Le forme fondamentali di emicrania sono due: con aura (quando il dolore è preceduto da fenomeni visivi temporanei quali, ad esempio, flash e lampi luminosi) o senza aura.
  • Cefalea muscolo-tensiva: chiamata anche cefalea di tipo tensivo, cefalea da stress, cefalea idiopatica o “cervicale”, si manifesta come una sensazione dolorosa di compressione nelle regioni frontale, al capo e alla nuca, in molti casi bilaterale, spesso associata ad un aumento del tono dei muscoli di capo e nuca, di intesità lieve-moderata la cui durata può variare da pochi minuti fino a persistere per giorni.
  • Cefalea a grappolo: consiste in attacchi di dolore molto intenso, unilaterale, localizzato attorno all’occhio e/o in corrispondenza della tempia. L’attacco ha una durata variabile da pochi minuti fino a circa tre ore ed è accompagnato da almeno uno dei seguenti segni omolaterali al lato del dolore: rossore all’occhio, lacrimazione, secrezione nasale, abbassamento e gonfiore della palpebra, restringimento della pupilla, agitazione. A meno di una cronicizzazione, le crisi dolorose si presentano raggruppate in più attacchi distribuiti in diversi giorni, intervallate da lunghi periodi di benessere.

Al gruppo delle nevralgie craniche e dei dolori facciali appartengono:

  • Nevralgia del Trigemino: caratterizzata da dolore folgorante, a scossa elettrica o pugnalata, di breve durata (secondi o pochi minuti), localizzato nelle zone di distribuzione del nervo trigemino (branche oftalmica, mascellare e mandibolare). Gli attacchi sono di norma periodici, con esplosioni dolorose di intesità crescente (parossismi) e possono essere scatenati da sfioramenti di porzioni del viso e dalle comuni attività come parlare, masticare, radersi, o dall’esposizione al vento e al freddo.
  • Nevralgia occipitale: patologia caratterizzata da dolore in corrispondenza del territorio dei nervi grande e piccolo occipitale, cioè nella regione nucale fino ad estendersi inferiormente al collo, superiormente alla sommità del capo e lateralmente fino alle orecchie. Il dolore che si avverte è di tipo trafittivo, parossistico, parte dalla nuca e si irradia nelle regioni occipitale ed auricolare, fino ad essere avvertito al sopracciglio e dietro l’occhio.
  • Dolore facciale atipico: condizione di dolore diffuso al viso e/o al collo senza però corrispondenza con qualche struttura anatomica presente nella zona. Non si conoscono fattori scatenanti, anche se la malattia, che colpisce prevalentemente le donne, compare spesso dopo interventi odontoiatrici. Il dolore, che non si accompagna ad alterazioni della sensibilità, è descritto dalla maggior parte delle persone che ne soffrono come profondo, mal localizzato e presente da un solo lato del capo.