(Photo by Arianna Viola on flickr)
Nevi nel bambino
Quando farli controllare e il rischio melanoma
Articolo a cura del Dr. Andrea Bassi
I nevi sono una delle cose che più frequentemente preoccupano i genitori, sia per la paura di non saperli leggere, sia per paura dell’evoluzione in melanoma maligno.
Sicuramente ci sono delle importanti considerazioni da fare a tal proposito, che riassumo per semplicità nei seguenti punti:
- I nevi possono essere presenti alla nascita (congeniti), oppure possono comparire in qualsiasi momento successivo (acquisiti). I bambini devono essere valutati alla nascita per la presenza di nevi congeniti ed in questo caso essere seguiti da vicino almeno nei primi anni di vita, per poi passare a controlli periodici dopo la pubertà.
- Non esiste un’età precisa in cui si debba iniziare il controllo dei nevi acquisiti perché questo dipende da caso a caso. Ci sono dei fattori da tenere prevalentemente sotto controllo tra cui il fototipo chiaro (capelli chiari, occhi chiari, lentiggini, scarsa capacità di abbronzarsi, facilità all’eritema solare) , l’immunosoppressione ed in primis forse la familiarità per melanoma.
- È normale che i nevi aumentino con l’età ed è pertanto inutile far controllare i nevi ogni qual volta ne venga fuori uno nuovo.
- La pubertà rappresenta un momento fondamentale in cui si assiste ad un aumento verticale dei rischi legati ai nevi. Per questo motivo è opportuno procedere all’asportazione chirurgica di eventuali lesioni pigmentate atipiche prima che il bambino raggiunga un’età a rischio.
- I nevi più a rischio in età pediatrica sono quelli congeniti, soprattutto quelli definiti giganti, cioè di dimensioni superiori ai 20 cm. Quelli più piccoli vanno certamente tenuti sotto controllo, ma risulta meno frequentemente che si trasformino in melanoma.
- È fondamentale l’autocontrollo da parte del paziente, anche se l’occhio umano non può sostituirsi alla lente del dermatoscopio, strumento fondamentale per diagnosi di eventuale atipia interna.
Cosa deve vedere il paziente, o meglio…
Quando un nevo deve preoccupare e quindi essere fato vedere al dermatologo?
Vale sempre la regola dell’ABCDE e quindi in presenza di:
- Asimmetria
- Bordi irregolari
- Colore disomogeneo
- Dimensioni che superano gli 0.8 cm
- Evoluzione rapida di una delle precedenti caratteristiche
Una delle preoccupazioni più comuni nei genitori si riscontra quando il figlio accidentalmente fa sanguinare un nevo: un nevo traumatizzato non deve preoccupare, è fisiologico che sanguini. Deve invece essere controllato quando sanguina da solo spontaneamente.
Un nevo localizzato alla pianta del piede o al palmo delle mani ha una conformazione diversa dagli altri nevi, appare cioè spesso a banda, ma solo perché è diversa l’anatomia di queste zone. Un nevo in queste zone non è un nevo che deve preoccupare di più: il legame tra trasformazione maligna di un nevo e il traumatismo cronico che caratterizza queste sedi non è mai stato dimostrato.
Il cuoio capelluto non deve essere mai trascurato nella valutazione dei nevi così come dovrebbe essere fato per i genitali.
I nevi congeniti vanno asportati?
Questo è un punto molto dibattuto. Per quelli di piccole e medie dimensioni il rischio di trasformazione è minimo per cui non è necessaria asportazione se non per finalità estetiche in sedi particolari, volto in primis.
Atteggiamento conservativo – magari di maggiore attenzione con controlli periodici – va applicato anche per quelli più grandi la cui asportazione è comunque sconsigliata data la complessità dell’intervento che spesso deve essere fatto in più sedute, a seconda delle dimensioni.
Quando asportare invece un nevo melanocitico acquisito?
Essenzialmente quando non è rispettata la regola dell’ABCDE e soprattutto quando si assiste ad una brusca evoluzione in tempi brevi, cosa che comunque rimane rara prima della pubertà.
Cosa fondamentale da ricordare è che in tutti quei casi in cui viene sospettato clinicamente e dermoscopicamente un cambiamento rapido e recente bisognerà prendere in considerazione la biopsia per la conferma istologica, anche se la tendenza è quella di asportare la lesione in toto, soprattutto se di piccole dimensioni.
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