Non puoi resistere alla cioccolata?
Ci sono alcuni cibi ai quali non sappiamo proprio resistere anche se conosciamo i loro effetti negativi sul nostro organismo: un nuovo studio suggerisce che la colpa potrebbe essere da attribuire al nostro patrimonio genetico
Alcuni ricercatori spagnoli stanno da tempo indagando su una serie di varianti genetiche alle quali sarebbe da attribuire la nostra simpatia per cibi specifici, come la cioccolata o quelli saturi di grassi.
L’obiettivo principale di questo studio è quello di riuscire a modellare sul singolo paziente una dieta specifica che tenga conto, appunto, delle debolezze dovute all’influenza dei geni sui nostri gusti.
I risultati raggiunti fino ad oggi sono stati presentati a fine Aprile ad un importante meeting di settore: l’Experimental Biology 2017, a Chicago.
Spesso viene ricordato quanto sia importante per la nostra salute generale seguire una dieta alimentare ricca di frutta, verdure e cereali e di come ridurre al minimo l’assunzione di zuccheri, sale e grassi saturi.
Malgrado ciò molti di noi non riescono proprio a resistere ad alcuni alimenti che vengono additati tra i maggiori responsabili di obesità, colesterolo e problemi di altra natura. Per alcune persone, infatti, rispettare queste regole di base risulta più complicato che per altre: impossibile resistere al consumo di cioccolato, piuttosto che al fast food, per fare qualche esempio.
Mentre altri precedenti studi si erano concentrati sull’analisi del rapporto tra il nostro patrimonio genetico e malattie come l’anoressia o altre disfunzioni alimentari, quello in in questione invece si sofferma sull’analisi del rapporto che intercorre invece tra geni e specifiche predilezioni culinarie, soprattutto guardando ai cibi sconsigliati o dei quali sarebbe bene limitare al massimo il consumo.
Lo studio ha riguardato 818 cittadini di origine europea, dei quali sono stati presi in considerazione i tratti genetici conosciuti, rapportandoli ad un approfondito questionario sulle loro abitudini alimentari.
L’analisi dei dati raccolti ha evidenziato un rapporto tra alcune variazioni genetiche e la preferenza verso certe tipologie di cibo.
Per fare un esempio i ricercatori hanno riscontrato che alcune varianti del gene recettore dell’ormone dell’amore, l’ossitocina, sono associate ad una maggiore assunzione di cioccolata e ad una circonferenza della vita più larga.
Altre varianti genetiche sono state associate ad una predilezione particolare per il sale, mentre altre hanno mostrato legami con l’amore verso i cibi grassi.
Il team di lavoro non ha potuto fare a meno di notare come le varianti genetiche che maggiormente corrispondevano ad un determinato rapporto con alcune sostanze nutritive fossero le stesse già associate a particolari comportamenti psicologici come lo stress, la dipendenza, l’impulsività e la depressione. La conclusione alla quale i ricercatori stanno lavorando è quella di dimostrare come il loro studio abbia scoperto una serie di varianti geniche che influenzano il nostro comportamento e di come questo influenzi le nostre scelte alimentari.
“La maggior parte delle persone ha difficoltà a modificare le proprie abitudini alimentari, anche se ne dipende la loro salute. Ciò avviene perché le nostre preferenze alimentari influenzano la capacità di impegnarsi verso specifici obiettivi o seguire i piani proposti di modifiche dietetiche.
afferma Silvia Berciano, ricercatrice dell’Universidad Autonoma de Madrid in Spagna e coordinatrice dello studio.
Il nostro – conclude – è il primo studio che descrive come i geni del cervello influenzano l’assunzione di cibo e le preferenze dietetiche in un gruppo di persone sane.
I ricercatori sperano che i loro risultati portino a metodi più efficaci per ridurre il rischio di malattie croniche sviluppate a causa di cattive abitudini alimentari.
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