una nuvola a forma di cuore nel cielo azzurro

Come anche un lieve inquinamento dell’aria
può influire sulla salute del cuore

Nel corso degli ultimi anni si è parlato sempre più spesso di come l’inquinamento atmosferico sia dannoso per la salute: sappiamo sempre più chiaramente quanto le polveri sottili siano diventate uno dei pericoli invisibili più temibili per il nostro organismo. Uno studio pubblicato su The Lancet Neurology due anni fa,  per fare un esempio, sosteneva come l’inquinamento dell’aria fosse una delle cause principali di ictus nel mondo.

Quello che preoccupa recentemente è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che anche anche livelli di inquinamento atmosferico ritenuti sicuri sembrano avere influenza importante sull’incidenza di varie patologie, non soltanto legate ai polmoni e alla respirazione, ma anche alla salute del cuore.

Un professore di medicina cardiovascolare alla Queen Mary University di Londra – Steffen Petersen – ha condotto un nuovo studio che suggerisce come bassi livelli di inquinamento atmosferico possano causare cambiamenti nel cuore simili a quelli riscontrati nell’insufficienza cardiaca.

L’inquinamento atmosferico collegato all’ingrossamento del cuore

I ricercatori coinvolti hanno esaminato i dati di oltre 3.900 persone sane che hanno fornito informazioni personali sulla loro salute, sulla loro zona di residenza e sullo stile di vita comunemente adottato. Questi dati sono stati messi in relazione alle dimensioni, al peso e al funzionamento complessivo dei loro organi cardiaci, misurati tramite risonanza magnetica.

Lo studio ha rivelato una forte correlazione tra vivere vicino a una strada trafficata – e quindi essere esposti al biossido di azoto – e lo sviluppo di ispessimenti ventricolari.

I ricercatori osservano che ingrossamenti di questo tipo sono simili a quelli che si notano nelle prime fasi dello scompenso cardiaco: il team hanno registrato una relazione causa-effetto tra l’esposizione all’inquinamento e cambiamenti nell’anatomia del cuore.

Utilizzando particelle sottili (PM2,5) per misurare le particelle di inquinamento atmosferico, gli scienziati hanno scoperto che i ventricoli del cuore sono aumentati dell’1% per ogni microgrammo di PM2,5 per metro cubo e ogni 10 microgrammi per metro cubo di biossido di azoto (NO2).

L’inquinamento dell’aria da monitorare come il colesterolo

Il Dr. Nay Aung, autore principale dello studio condotto dal Prof. Steffen Petersen, commenta i risultati affermando:

Sebbene il nostro studio fosse osservativo e non avesse ancora dimostrato un nesso causale, abbiamo visto cambiamenti significativi nell’anatomia del cuore, anche a livelli relativamente bassi di esposizione all’inquinamento atmosferico.

L’inquinamento atmosferico – aggiunge – dovrebbe essere visto come un fattore di rischio modificabile.

I medici e le persone in generale – conclude il Dr. Aung –  dovrebbero essere consapevoli della loro esposizione ai fattori di inquinamento dell’aria quando pensano alla salute del proprio cuore, proprio come pensano alla loro pressione sanguigna, ai livelli di colesterolo e al peso corporeo.

Futuri studi, così affermano i ricercatori, includeranno i dati di coloro che vivono in città congestionate dal traffico come Manchester e Londra utilizzando sistemi di misurazione della funzione cardiaca più accurati, aspettandosi che i risultati siano ancora più evidenti e clinicamente rilevanti.

Anche il Prof. Jeremy Pearson, direttore medico associato della British Heart Foundation commenta questi dati asserendo che

Non possiamo aspettarci che le persone si trasferiscano di casa per evitare l’inquinamento atmosferico. I governi e gli enti pubblici devono agire il più presto possibile per rendere tutte le aree sicure e proteggere la popolazione da questa tipologia di danni, ad oggi inevitabile in troppe zone del mondo.