un grafico delle attività cerebrali

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Polisonnografia neurologica o completa

A differenza della Polisonnografia cardio-respiratoria, quella neurologica consente di individuare anche eventuali alterazioni della macrostruttura e microstruttura del sonno, registrando l’attività corticale notturna che viene rilevata mediante l’applicazione di elettrodi sullo scalpo.

La Polisonnografia neurologica viene definita completa anche perché vengono applicati ulteriori sensori di rilevamento dell’attività muscolare (EMG) degli arti, degli occhi e del volto.

La Polisonnografia neurologica è indicata per pazienti che soffrono di un disturbo di pertinenza del neurologo, ad esempio:

  • insonnia,
  • epilessia notturna,
  • parasonnie,
  • disturbi comportamentali nel sonno REM, ecc.

A cosa serve

Oltre a rilevare i parametri identificati durante il monitoraggio cardio-respiratorio, la Polisonnografia Neurologica è in grado di analizzare ulteriori parametri fisiologici, tra i quali: l’attività cerebrale, il movimento degli arti e dei muscoli oculari, rendendo così possibile la stadiazione del sonno, ovvero l’individuazione delle diverse fasi del sonno (fase N-REM caratterizzata da stadio 1 – 2 – 3 – 4 e fase REM).

La Polisonnografia neurologica è definita anche completa perché consente di valutare l’eventuale correlazione tra la variazione dell’attività cerebrale ed uno o più spasmi o mioclonie durante il sonno.

È importante non confondere la sintomatologia, in quanto per spasmo si intende un improvviso movimento rapido di flessione-estensione dei muscoli prossimali e del tronco, talvolta del distretto cranico, che tendenzialmente si manifestano in cluster, ovvero in gruppi di circa 10 movimenti ripetuti.

Invece, con il termine mioclonia ci si riferisce ad una contrazione involontaria, molto più breve dello spasmo (tanto da essere impercettibile ad occhio nudo, ma registrabile con l’EEG e la traccia poligrafica), che può causare caduta improvvisa con perdita del tono muscolare o più spesso scosse muscolari.  La registrazione dell’attività elettroencefalografica correlata alla traccia poligrafica consente anche di individuare la sede di origine del mioclono: ovvero corticale, sottocorticale o spinale.

Chi dovrebbe farla

La sua esecuzione è indicata in quei pazienti che presentano una sintomatologia tipica neurologica durante il sonno, ovvero:

  • Disturbi del movimento associati al sonno: Sindrome delle Gambe Senza Riposo (Restless Legs Syndrome)
  • Parasonnie: sonnambulismo, terrore notturno
  • Insonnia
  • Epilessia: comparsa di crisi epilettiche durante il sonno, definite “crisi morfeiche”
  • Disturbi comportamentali della FASE REM: attività muscolare involontaria e vocalizzazione dei sogni, spesso a contenuto vivido e/o violento

Come si svolge l’esame

La preparazione del paziente alla Polisonnografia Neurologica è del tutto simile a quella della Polisonnografia cardio-respiratoria: non esistono di fatto differenze tra le apparecchiature, mentre il montaggio si arricchisce di elettrodi e sensori che permettono di rilevare parametri aggiuntivi.

Un tecnico specializzato in neurofisiopatologia applicherà:

Per la diagnosi cardio-respiratoria:

  • Due fasce elastiche (di lunghezza personalizzata in base alla dimensione del torace e dell’addome) che consentono di misurare i movimenti dei muscoli respiratori toraco-addominali
  • Un saturimetro al dito per rilevare la percentuale di saturazione dell’emoglobina, ovvero una misura del grado di ossigenazione del sangue, e la frequenza cardiaca
  • Una cannula oro-nasale per registrare il flusso respiratorio ed il russamento
  • Un sensore di posizione che consente di registrare la posizione corporea durante la notte (per escludere che eventuali apnee notturne siano determinate dall’assunzione della posizione supina durante la notte).

Per la diagnosi neurologica:

  • Elettrodi di registrazione sullo scalpo del paziente, in modo tale da consentire la registrazione dell’attività cerebrale corticale
  • Elettrodi di registrazione cutanei per lo studio della fase REM, in particolare sono utili per evidenziare i movimenti oculari rapidi (tipici della fase REM – acronimo di Rapid Eyes Movement) e per valutare il tono muscolare antigravitario, in particolare si studia il muscolo miloioideo (ossia un muscolo sotto-mentoniero) che risulta essere assente durante questa fase
  • Elettrodi di registrazione cutanei per la rilevazione dell’attività elettromiografica, in particolare del muscolo tibiale anteriore bilateralmente e/o del muscolo deltoide (in base alla localizzazione della sintomatologia)
  • Elettrodi di registrazione cutanei per la rilevazione del segnale elettrocardiografico

Polisonnografia neurologica: parametri analizzati

L’analisi del tracciato della Polisonnografia neurologica consiste nell’individuazione degli indici di sofferenza respiratoria e dell’indice di variazione dell’attività cerebrale notturna, tipica di alcune patologie neurologiche.

In particolare, per la diagnosi simultanea del disturbo respiratorio e di quello neurologico si valutano:

  • L’indice AHI (numero di apnee + ipopnee per ora di sonno – Apnea end Hypoapnea Index);
  • L’indice ODI (indice di eventi di desaturazione di O2– Oxygen Desaturation Index);
  • L’indice RERA (indice che quantifica il numero di atti respiratori caratterizzati da un aumento progressivo dello sforzo inspiratorio, che termina con un Arousal, ovvero un micro-risveglio del paziente, associato ad una riduzione di flusso del 30% – Respiratory Effort-Related Arousal)
  • L’indice RDI (indice di disturbo respiratorio nel sonno. È dato dalla somma di apnee + ipopnee + RERA per ora di sonno.
  • Tempo di sonno nelle fasi REM, NREM (1,2,3,4) e WAKE, che consente di valutare l’efficienza del sonno in termini qualitativi (Sleep Efficiency)
  • L’indice di movimento delle gambe, correlato o meno a un disturbo respiratorio (apnee, desaturazione, russamento, ecc) che consente di valutare la presenza di un disturbo di Sindrome delle gambe senza riposo
  • Indice di periodicità degli arti inferiori (indice PLM) che consente di valutare la presenza del disturbo periodico.

L’insieme degli indici sopra descritti consente di poter valutare la presenza o meno di un disturbo del sonno.