Esame del DNA fetale nel sangue materno
È stato dimostrato che, a partire dal primo trimestre di gravidanza, è presente nel circolo ematico materno DNA libero di origine fetale (cell free fetal DNA, cffDNA), che può essere recuperato in maniera non-invasiva ed utilizzato per lo studio di alcune patologie fetali.
Il cffDNA può essere isolato precocemente a partire dalla 10° settimana, quando raggiunge quantità sufficienti per il potenziale impiego clinico.
Le tecniche in uso analizzano il cfDNA totale, senza differenziare quello fetale da quello materno.
Trattandosi, di fatto, di indagini basate su una commistione di DNA materno e placentare, il NIPT non è un test diagnostico, ma di screening.
Background
Lo YMD et al. Lancet 1997;350:485-7 – Prima pubblicazione sulla scoperta del DNA fetale nel sangue materno
Lo YMD et al. Am J Hum Genet 1999;64:218-24 – Il Dna fetale scompare subito dopo la nascita
Lo YMD et al. N Engl J Med 1998;339:1734-8 – Diagnosi di RH fetale
Linee Guida nazionali ed internazionali e raccomandazioni alla corretta applicazione del DNA Fetale
- Preliminare al prelievo colloquio o se indicata consulenza genetica e sottoscrizione di consenso informato
- Il prelievo deve essere preceduto da un accurato controllo ecografico
- Se l’esame ecografico suggerisce un aumento del rischio di patologia cromosomica nel feto, deve essere valutata l’opportunità di eseguire direttamente una diagnosi prenatale invasiva
- Deve essere garantita una consulenza genetica post-test ed il completo supporto alla paziente durante l’intero iter diagnostico prenatale (compreso il follow-up)
Linee Guida NIPT, Ministero della Salute, 2015
Il test va integrato con le strategie di screening attuali, non sostituendosi a queste. A tutte le gestanti deve essere offerta un’ecografia a 11-13+6 settimane in accordo con linee guida SIEOG indipendentemente dalla loro intenzione di effettuare il cfDNA test
Ogni gestante può decidere di sottoporsi a test invasivo, cfDNA test o nessun ulteriore test dopo calcolo del rischio individuale.
Il test del DNA libero non fornisce un risultato nel 2-4% delle gravidanze. Non vi sono ancora sufficienti dati in letteratura per guidare il counselling in questi casi. La possibilità di un mancato risultato deve essere spiegata alla donna, e rende ancora più importante l’esecuzione dell’ecografia di screening del primo trimestre anche nelle donne che decidono di sottoporsi al test DNA libero senza prima aver eseguito il test combinato.
SIEOG (Società Italiana di Ecografia in Ostetricia e Ginecologia), 2015