Chirurgia mininvasiva del piede
Medici e professionisti di Villa Donatello
Dott. Paolo Filippini
Dott. Michele Risi
Nata negli Stati Uniti da molti anni, e arrivata in Europa in tempi assai recenti attraverso la Spagna, la chirurgia mininvasiva del piede comincia solo ora a diffondersi negli altri paesi europei ed è ai suoi albori anche in Italia. La filosofia che ispira tale chirurgia è il rispetto del paziente e delle sue attività; essa si basa infatti sui seguenti punti:
- l’anestesia è costituita da iniezioni di anestetici locali alla caviglia o al piede
- il paziente non sente alcun dolore, è sveglio durante l’intervento, può riprendere subito dopo a camminare, può mangiare, può far ritorno alla sua abitazione il giorno stesso dell’intervento
- non è mai necessario il ricovero, ma l’intervento si svolge in day-hospital o ambulatoriamente
Tecnica chirurgica
Negli interventi di chirurgia mininvasiva del piede le incisioni sono assai piccole, di 2-3 mm, allo scopo di risparmiare il più possibile i tessuti e quindi di agevolare la guarigione e ridurre in modo estremo il dolore post-operatorio. Gli strumenti utilizzati per operare sono delle piccole frese, introdotte attraverso le incisioni.
Quando è necessario fare osteotomie, cioè “tagli”, “piccole fratture” dell’osso, esse sono stabili intrinsecamente, sia perché le parti molli che le circondano sono integre, sia perché effettuate con inclinazioni opportune che consentono la stabilità col carico; nella quasi totalità dei casi non sono pertanto necessari ferri, fili metallici che sporgono dalle dita e simili. La durata dell’intervento varia in base alla patologia trattata, ma non supera mai i 20-25 minuti a piede.
Il decorso post-operatorio è quindi assai più semplice e meno doloroso di quanto non fosse un tempo; consente la deambulazione immediata e la ripresa di attività sedentarie già pochi giorni dopo l’intervento.
Deformità e patologie trattate
Si possono curare con questa tecnica quasi tutte le patologie della parte anteriore del piede: alluce valgo, alluce rigido, metatarsalgie, i dolorosi calli fra le dita piccole del piede, noti come “occhi di pesce” o “occhi di pernice”, le dita a martello e le altre deformità delle dita minori; sono inoltre trattabili alcune patologie della parte posteriore del piede, come lo sperone calcaneare, se ne ricorrono le indicazioni.
Nei pochi casi in cui la chirurgia percutanea non è applicabile da sola, essa viene affiancata dalle tecniche artroscopiche e dalla chirurgia aperta mininvasiva; anche in questi casi, essa contribuisce a ridurre le incisioni e il dolore ed apporta dei benefici al paziente.
Interventi più frequenti
Alluce valgo
Con il termine alluce valgo si intende una deformità dell’alluce in valgismo accompagnata da una varismo del I metatarso e dalla lussazione dei sesamoidi e caratterizzata dalla comparsa di una iperostosi mediale più o meno evidente.
È una deformità complessa in cui si determinano alterazioni dell’ articolazione metatarsofalangea del I dito, dei tessuti molli e del meccanismo sesamoideo.
Si tratta di una patologia in aumento che colpisce prevalentemente la popolazione femminile (rapporto femmine-maschi 15:1), con una notevole componente Familiare (85% Coughlin), molto frequentemente interessa entrambi i piedi.
Le cause vanno ricercate in fattori genetico-anatomici, anche se l’uso di calzature incongrue può contribuire ad aggravare i disturbi di un piede affetto da alluce valgo.
Spesso il paziente lamenta dolore in corrispondenza dell’iperostosi (la porzione interna della testa del metatatarso) che può dar luogo ad una borsite; talora il dolore è riferito in corrispondenza delle teste metatarsali nella pianta del piede, la cosiddetta metatarsalgia da trasferimento.
Spesso si osservano una ipercheratosi plantare al di sotto della testa del 2° e 3° metatarsale e il 2° dito “a martello”. Talvolta la deformità è solo un problema estetico e può creare difficoltà ad indossare le scarpe.
Il trattamento nelle fasi iniziali della malattia prevede l’uso di calzature comode a pianta larga ed eventuali plantari realizzati su misura allo scopo di compensare lo squilibrio del carico dell’avampiede determinato dall’insufficienza del primo metatarsale. Nei casi più gravi si deve fare ricorso alla chirurgia.
Dita a martello
Per dito a martello si intende un dito in cui l’articolazione metatarso-falangea è iperestesa mentre l’articolazione interfalangea prossimale (IFP) corrispondente è iperflessa. Oggi è possibile praticare un intervento chirurgico mini invasivo mediante semplici fori cutanei attraverso i quali si agisce sui tendini e sulle falangi in modo tale da correggere la deformità.
Metatarsalgie
Con il termine metatarsalgia si intende una sindrome dolorosa acuta o cronica localizzata in corrispondenza di una o più articolazioni metatarso-falangee e provocata dalla compromissione, meccanica e non, di tutte le strutture anatomiche che interagiscono con l’articolazione (osso, cartilagine articolare, capsula,legamenti e tendini). Mediante uno o più fori cutanei è oggi possibile realizzare opportuni tagli dei metatarsi allo scopo di risolvere le problematiche relative al dolore, e alla ipercheratosi (callo) con il ripristino completa della motilità delle articolazioni metatarso-falangee.