Patologie del Ginocchio
Lesioni del menisco
I menischi, due per ogni ginocchio, sono una sorta di guarnizione posta fra il femore (osso della coscia) e la tibia (osso della gamba).
Servono ad ammortizzare la pressione che si esercita sulle due ossa e come tali si possono usurare con il tempo o lesionare per traumi soprattutto sportivi.
La lesione di solito è limitata ad una zona del menisco: non succede mai infatti che il menisco si rompa totalmente. Nel caso che il dolore sia persistente e impedisca l’attività sportiva o i movimenti normali, si deve intervenire per asportare quella zona di menisco che si è lesionata, preservando la porzione sana.
L’intervento avviene con tecnica artroscopica, cioè mediante l’uso di strumenti miniaturizzati e una sonda che ispeziona l’interno del ginocchio. Vengono praticate due piccole incisioni ai lati del ginocchio, l’intervento ha una durate media di 15-20 minuti e avviene con anestesia spinale.
Nella stessa giornata il paziente può lasciare la Clinica (Day Surgery).
Stampelle per due – tre giorni a seconda dei casi, e quindi a seguire un programma di riabilitazione. In genere il recupero avviene in 30 giorni, salvo casi particolari per lesioni ampie o altre patologie presenti.
Lesioni della cartilagine
La cartilagine è una sorta di buccia, spessa qualche millimetro, che riveste le ossa di una articolazione, nel caso del ginocchio riveste la parte del femore, della tibia e della rotula. Anche i menischi sono di cartilagine ma in questo caso si tratta di un tipo di cartilagine diverso, più morbida.
La cartilagine dell’osso può andare incontro ad usura, quasi tutte le persone di età matura o avanzata presentano usura delle cartilagini più o meno estesa.
A differenza dei menischi è raro che la cartilagine dell’osso si rompa per un trauma. Nel ginocchio la zona che più frequentemente si consuma è al femore. L’usura della cartilagine può presentarsi tuttavia anche in soggetti relativamente giovani, sopra tutto in sportivi. In caso di disturbi, dolore, versamenti, si può trattare chirurgicamente la lesione.
Esistono tecniche diverse a seconda dei casi. Una tecnica prevede che la zona venga lisciata con speciali frese, tale trattamento fa sì che si stimoli la cartilagine residua a formare una sorta di cicatrice che serve a rendere più uniforme la zona e più liscia. In casi di lesione più profonda si eseguono delle perforazioni dell’osso allo scopo anche questa volta di stimolare la formazione di una cicatrice. In soggetti giovani, se la lesione non è ampia, si ricorre ad un trapianto prelevando una porzione di cartilagine sana da una zona del ginocchio e impiantandola nella zona dove manca. L’intervento sulla cartilagine comporta tempi più lunghi di recupero rispetto a quelli dell’intervento sul menisco e l’uso più prolungato delle stampelle. I risultati finali dipendono dalla condizione iniziale della cartilagine.
Lesioni del legamento crociato anteriore (LCA)
Il legamento crociato anteriore è un legamento che è situato al centro del ginocchio, internamente, ed è il più importante legamento del ginocchio e quello che lo rende stabile. Una sua lesione, che avviene sempre per un trauma valido, rende il ginocchio instabile per poter svolgere attività sportive o lavorative pesanti.
La vita normale può essere svolta anche senza il LCA, tuttavia alcune persone presentano una instabilità anche per attività moderate. Si è visto tuttavia che non operare un ginocchio con lesione dell’LCA fa sì che con il tempo il ginocchio su usuri e si possono creare lesioni dei menischi e delle cartilagini, predisponendolo ad artrosi precoce. Per tutti questi motivi si deve ricorrere ad intervento chirurgico. Il principio generale di un intervento di ricostruzione del LCA è che il legamento non può essere riattaccato ma deve essere sostituito prendendo come nuovo legamento porzioni di altre strutture anatomiche.
Si è visto che due sono le strutture adatte a ben sostituire l’originario LCA,queste sono il Tendine Rotuleo o parte dei tendini Semitendinoso e Gracile. Entrambe le tecniche hanno dimostrato di ben funzionare nel ridare al ginocchio la sua stabilità perduta. La scelta di una delle due tecniche si basa su vari fattori, età del paziente, attività svolta, condizione dell’articolazione e anche motivi estetici. L’intervento, eseguito in anestesia lombare, dura circa 40-50 minuti, il ricovero una notte, non viene applicata nessuna ginocchiera.
La riabilitazione, che deve essere eseguita da Terapisti esperti, ha subito negli ultimi anni una netta evoluzione e attualmente il paziente può abbandonare le stampelle dopo 7 giorni. Il protocollo riabilitativo prevede di poter iniziare corsa leggera dopo 40-50 giorni. Il rientro allo Sport avviene in circa cinque mesi.
Condrite di rotula
È una patologia non rara specialmente in giovani ragazze che o per l’attività sportiva che svolgono (pallavolo, danza) o per una loro struttura congenita (ginocchio valgo, iperlassità legamentosa, scarso tono muscolare) mostrano dolori alle ginocchia che è causato da una usura, che a volte può essere lieve, della cartilagine della rotula. Spesso è sufficiente un programma di ginnastica che serve a rinforzare certi muscoli della gamba e del bacino (glutei, abduttore dell’anca…) per migliorare la sintomatologia. Se tuttavia il problema persiste si può arrivare a dover intervenire chirurgicamente per pulire la zona di cartilagine che si è usurata. L’intervento avviene con l’artroscopia, quindi è un intervento leggero e dura circa 15 minuti. La riabilitazione invece che si dovrà fare dopo può necessitare di alcuni mesi e richiede grande dedizione e pazienza da parte della paziente.
Instabilità/Lussazione di rotula
La rotula si può lussare, uscire cioè fuori dal suo posto, sopratutto in giovani ragazze per trauma da Sport o per movimenti improvvisi di rotazione della gamba anche per attività apparentemente non traumatizzanti quali la danza.
Dopo il primo episodio di lussazione è utile immobilizzare l’arto per alcuni giorni e quindi iniziare un preciso programma di riabilitazione mirato a rinforzare tutti quei muscoli che contribuiscono alla stabilità del ginocchio. Solo in quei casi in cui gli episodi di lussazione si ripetono nel tempo e la rotula diviene nettamente instabile si deve ricorrere all’intervento chirurgico che, spesso eseguito almeno in parte in artroscopia, dovrà ritensionare i legamenti rotulei che si sono allentati. La riabilitazione dopo tali tipo di intervento è lunga, lenta e necessita di grande partecipazione e pazienza da parte del soggetto.
Interventi di protesi di ginocchio
Quando il ginocchio è molto usurato dall’artrosi e il paziente ha già eseguito da tempo le varie terapie: medicine, Fisioterapia, Infiltrazioni con sostanze che proteggono la cartilagine, ma il dolore e la riduzione della funzione permangono, si deve ricorrere all’intervento di protesi.
Tale intervento comporta che vengano rimosse le porzioni di osso consumato, in genere pochi millimetri dal femore e pochi millimetri dalla tibia,e venga applicata una sorta di capsula metallica sia al femore che alla tibia, fra queste due componenti metalliche (in Titanio) viene messo uno spessore di plastica speciale e molto resistente che ha la funzione dei menischi originari, permettendo la scorrevolezza fra le due strutture metalliche e quindi il movimento del ginocchio. L’intervento avviene con anestesia spinale.
Il ricovero è di circa una settimana dato che si inizia la riabilitazione già dal giorno dopo l’intervento e si cerca di far alzare il paziente quanto prima, già il secondo giorno postoperatorio, se tutto procede bene. Alla dimissione il paziente deambula con due stampelle ed è sostanzialmente autonomo. Deve continuare con la riabilitazione per almeno un altro mese, eseguendo anche a casa gli esercizi che ha imparato dal Terapista.
Le due stampelle vanno mantenute per 30 giorni per poi passare ad una per un altro mese. Per i primi due, tre mesi ci sarà gonfiore del ginocchio e della gamba fino alla caviglia, lentamente questi disturbi andranno a diminuire. Un recupero totale avviene in genere in 7-8 mesi.
Le protesi attuali hanno una durata di circa 20 anni. In caso di usura o di mobilizzazione della protesi che può avvenire dopo tale periodo (ma non è sempre così) si può sostituire la protesi con modelli specifici da sostituzione.