una ragazza sta facendo ginnastica su un tappetino

Esercizio fisico e metabolismo: quando il grasso svolge un ruolo benefico

Esercizio fisico e metabolismo

Quando il grasso svolge un ruolo benefico

Un team internazionale di scienziati ha recentemente scoperto come l’esercizio fisico apporti benefici al metabolismo e alla salute nel suo complesso attraverso la sua interazione e il suo effetto sul grasso. La scoperta più sorprendente è stata quella che ha mostrato quanto il tessuto grasso svolga un ruolo attivo all’interno di questo processo.

Il gruppo di ricercatori di cui parliamo è stato lo stesso che, in un lavoro precedente, aveva dimostrato per primo che l’esercizio fisico stimola il tessuto adiposo a rilasciare molecole in grado di regolare il metabolismo.

Ora, in un nuovo articolo apparso sulla rivista Nature Metabolism, i membri dello stesso team descrivono la metodologia con la quale hanno identificato una di queste molecole e di come ne hanno studiato la sua attività.

La molecola in questione è una proteina chiamata fattore di crescita trasformante beta 2 (TGF-beta 2) e lo studio riguarda i suoi effetti sul metabolismo del glucosio e degli acidi grassi.

Utilizzando delle cavie, i ricercatori hanno dimostrato che l’esercizio fisico stimolava le cellule di grasso a rilasciare TGF-beta 2, apportando quindi miglioramenti alla tollerabilità del glucosio. Allo stesso tempo si è dimostrato che trattare un gruppo di topi sedentari con la molecola TGF-beta 2 ha permesso di invertire gli effetti metabolici dannosi dell’alimentazione ad alto contenuto di grassi in quei soggetti.

La scoperta che una singola proteina abbia effetti così importanti è stata piuttosto impressionante – ammette l’autrice a capo del team di studio Laurie J. Goodyear, professoressa di Medicina presso la Harvard Medical School di Boston.

L’adipochina in grado di migliorare la tolleranza al glucosio

La TGF-beta 2 è un adipochina, fa parte cioè di un grande gruppo di molecole proteiche di segnalazione tra cellula e cellula secrete dal tessuto adiposo. Questa tipologia di molecole aiuta a regolare una varietà di processi metabolici nel tessuto grasso ma anche nel cervello, nel fegato e in altri organi, svolgendo anche un ruolo importante nel sistema immunitario.

Il TGF-beta 2 però è diverso dalla maggior parte delle adipochine rilasciate dalle cellule grasse che tendono ad aumentare con l’obesità e possono danneggiare la salute e il metabolismo. La prof.ssa Goodyear spiega infatti che, a differenza degli effetti negativi di molte delle altre molecole dello stesso gruppo, questa nuova ricerca ha identificato e riconosciuto la TGF-beta 2 come adipochina che ha la proprietà di migliorare la tolleranza al glucosio quando viene rilasciata dalle cellule adipose a seguito dell’esercizio fisico.

Il team di ricercatori ha approfondito lo studio del comportamento delle adipochine negli uomini e nei topi maschi prima e dopo l’esercizio, registrando come i livelli di TGF-beta 2 fossero aumentati dopo l’esercizio fisico. Ulteriori approfondimenti hanno rivelato come l’esercizio fisico abbia causato un aumento dei livelli di TGF-beta 2 non solo nel tessuto adiposo ma anche nel sangue, sia sull’uomo che sulla cavia.

Nel corso di questi ulteriori approfondimenti si è infine appreso come il trattamento dei topi con TGF-beta 2 abbia attivato direttamente alcuni cambiamenti metabolici, tra i quali si sono notati rilevanti aumenti dei livelli di assorbimento degli acidi grassi e una migliore tolleranza al glucosio.

In una fase successiva dello studio i ricercatori hanno somministrato TGF-beta 2 a topi divenuti obesi in seguito ad una dieta ricca di grassi, osservando che la proteina aveva un effetto simile a quello prodotto dall’esercizio fisico: è riuscita cioè a invertire gli effetti negativi che una dieta ricca di grassi infligge al metabolismo.

Come i risultati di questa ricerca incidano sul futuro delle cure per il diabete e gli alti livelli di glicemia

Un passaggio molto interessante è stato quando si è inoculato la molecola TGF-beta 2 su cavie che avevano sviluppato diabete di tipo 2 in seguito ad un regime alimentare ricco di grassi. Anche in questo caso l’effetto è stato simile a quello provocato dall’esercizio fisico: un’inversione dell’impatto metabolico negativo della dieta.

Questo probabilmente è il primo studio in grado di dimostrare che una molecola prodotta dall’esercizio fisico può favorire il metabolismo.

Durante il processo attraverso il quale il TGF-beta 2 viene prodotto un ruolo molto importante viene svolto dall’acido lattico rilasciato dai muscoli durante l’esercizio fisico. L’acido lattico, dopo la sua produzione, viaggia nel tessuto grasso stimolando le cellule adipose a secernere TGF-beta 2.

I ricercatori ritengono che i risultati potrebbero portare a terapie che utilizzano TGF-beta 2 per il trattamento degli alti livelli di glicemia e del diabete di tipo 2. Come sempre accade in questo caso, tuttavia, la strada della Scienza è ancora lunga prima che tali trattamenti possano essere disponibili.

La Professoressa Goodyear conclude dicendo che

questa ricerca rivoluziona davvero il modo in cui pensiamo all’esercizio fisico e ai molti effetti che ha sul nostro metabolismo ma, soprattutto, di come il grasso stia effettivamente giocando un ruolo importante nel modo in cui i processi in atto nel nostro organismo durante l’esercizio fisico armonizzino il sistema metabolico.

Questo nuovo studio non fa che ribadire l’importanza che l’esercizio fisico ha per la nostra salute e, più in generale, di quanto sia fondamentale adottare uno stile di vita che tenga conto delle nostre effettive necessità alimentari, di sonno, di gestione dello stress. Di questo si occupa un team di professionisti riuniti nel nostro programma Vivermeglio: un percorso su misura, personalizzato in base al tuo stato di salute, alla tua età e alle tue esigenze particolari, in grado di offrirti una costante supervisione medica che garantisca la qualità e la correttezza scientifica del progetto. Per avere ulteriori informazioni puoi visitare il portale dedicato cliccando l’immagine sottostante.


 

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Obesità: perché alcune persone hanno tessuto grasso “sano”?

Obesità: perché alcune persone hanno tessuto grasso “sano”?

Ce lo spiegano due ricerche dell’Università del Michigan

Un paradosso ricorrente nello studio sull’obesità emerge di fronte a una tipologia di persone sovrappeso che accumulano grasso ad un ritmo elevato e che vanno incontro ad alti rischi di insorgenza di patologie collegate, mentre altre persone, loro coetanee, riescono a conservare il grasso in modo più efficace.

Nel primo caso, quando il grasso si scioglie, molti degli acidi rilasciati dal tessuto adiposo (grasso corporeo) possono stabilirsi altrove e accumularsi a livelli nocivi in altri tessuti e organi, portando all’insulino-resistenza: un segno distintivo del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiache.

Un paio di studi realizzati dall’Università del Michigan identificano caratteristiche chiave nel tessuto adiposo che possono consentire ad alcuni adulti obesi di conservare il grasso corporeo in modo più sano e suggerisce che l’esercizio aerobico può portare ad un accumulo di grasso meno pericoloso.

La maggior parte delle persone obese sviluppa resistenza all’insulina che può portare al diabete di tipo 2 e ad altre malattie croniche. Tuttavia, il team di ricerca americano ha scoperto che circa un terzo dei 30 adulti obesi partecipanti al loro studio non sviluppava insulino-resistenza.

Che cosa proteggeva queste persone?

Alcuni campioni di tessuto adiposo hanno rivelato che il gruppo più sano abbatteva il grasso a tassi più lenti, aveva meno proteine coinvolte nella disgregazione del grasso quanto piuttosto impegnate nella sua conservazione. Gli stessi soggetti avevano anche meno cellule fibrotiche nel tessuto adiposo; ciò consente ai tessuti di essere più flessibili e rende meno possibile l’attivazione di  percorsi infiammatori.

Sembra controintuitivo, ma se riusciamo a capire meglio come immagazzinare il grasso in modo più efficace e perché alcune persone sono più brave di altre nel farlo, forse possiamo progettare terapie e percorsi di prevenzione che miglioreranno alcune delle  condizioni metaboliche legate all’obesità – spiega il Prof. Jeffrey Horowitz, a capo del team di ricerca di uno dei due studi di cui stiamo parlando.

Esercizio regolare  e sedentarietà

Nel secondo studio i ricercatori hanno raccolto tessuto adiposo dopo una sessione di esercizio aerobico da due gruppi di persone in sovrappeso: un gruppo era composto da soggetti che si esercitavano regolarmente, l’altro gruppo no. Per entrambi i gruppi una sola sessione di esercizio ha scatenato segnali che hanno portato alla crescita di nuovi vasi sanguigni all’interno tessuto grasso.

I ricercatori hanno anche raccolto indicazioni sul fatto che gli atleti regolari avevano più vasi sanguigni nel tessuto grasso rispetto a quanto riscontrato nel gruppo dei sedentari. Questo è importante perché la salute della maggior parte dei tessuti dipende, in gran parte, dal flusso sanguigno e dai nutrienti che esso veicola.

Quando ingrassiamo le nostre cellule adipose si espandono, ma se il flusso di sangue nel tessuto grasso non aumenta in parallelo la zona coinvolta potrebbe diventare malsana o addirittura necrotica.

Horowitz ha sottolineato che i due studi sono rilevanti soprattutto per le persone obese a rischio di malattia metabolica ma che , tuttavia, si potrebbero trarre conclusioni utili per tutti.

Riteniamo che l’esercizio regolare che svolgiamo oggi possa creare un ambiente di accumulo di grassi più sano per quei periodi in cui mangiamo troppo e ingrassiamo

Presi insieme, gli studi supportano anche l’idea che i medici debbano ridefinire la loro visione del grasso, delle sue funzioni e delle dinamiche che lo regolano all’interno del nostro organismo, ha aggiunto il Prof. Horowitz.

Il tessuto adiposo è disprezzato perché la maggior parte delle persone lo vede come causa di malattia e obesità, ma in generale il tessuto adiposo non fa ingrassare le persone, ma ha principalmente il compito di immagazzinare la nostra energia extra quando mangiamo troppo.

I nostri studi non suggeriscono che sia sano essere obesi o mangiare troppo, ma quando si mangia troppo è importante avere un posto sicuro dove conservare quell’energia extra – prosegue.

Se osserviamo persone che accumulano la stessa quantità di grasso corporeo possiamo notare che quelle il cui organismo sa adattarsi per trattenere in maniera più sana il grasso in eccesso sono più protette dallo sviluppo di insulino-resistenza e malattie legate all’obesità. Attraverso queste ricerche – conclude il Professore – abbiamo identificato alcuni di questi adattamenti.

fonte: University of Michigan