una ragazza in riva al mare allarga le braccia per godersi gli ultimi raggi di sole

Perché la Vitamina D non può fare miracoli
nella cura delle malattie del cervello

Per molto tempo si è pensato che la Vitamina D avesse delle proprietà benefiche per combattere malattie del cervello come la Sclerosi Multipla, il Morbo di Parkinson o l’Alzheimer, ma una recente ricerca che si è concentrata sull’analisi di ben 70 studi realizzati a livello mondiale nel corso degli ultimi anni, dimostra il contrario.

La Vitamina D è un elemento assolutamente indispensabile per il nostro organismo sotto molti punti vista; il fatto che si pensasse potesse essere decisiva contro le malattie del cervello dipende dal fatto che ai pazienti con malattie neurodegenerative viene molto spesso rilevata una bassa presenza di questo elemento nell’organismo. Questo aveva indotto al convincimento che un incremento dei livelli di Vitamina D, siano essi procurati tramite esposizione ai raggi solari, a trattamenti UV o attraverso pillole integrative, potesse essere di beneficio per il malato.

Moltissimi sono i casi di persone che assumono dosi elevate di Vitamina D come forma di prevenzione verso l’insorgenza di malattie neurodegenerative, o comunque per rallentarne gli effetti spesso devastanti.

Uno studio dell’Università di Adelaide, pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nutritional Neuroscience, rielabora, confronta e porta a sintesi l’analisi contenuta in ben 70 ricerche effettuate precedentemente da ricercatori di varie parti del mondo, confermando che non esiste alcun elemento di evidenza di un rapporto tra i livelli di Vitamina D presenti nell’organismo e malattie neurodegenerative. Nessun riscontro, in definitiva, sul fatto che la Vitamina D possa essere un supereroe a disposizione del nostro meraviglioso ma delicato cervello.

Quello che invece rimane certo è che la carenza di Vitamina D può rappresentare un problema molto grave per il nostro organismo per molte altre ragioni. Per questo è sempre importante rivolgersi al proprio medico di fiducia per valutarne i livelli, essere guidati per sapere se si è di fronte ad una carenza o ad un’insufficienza e ricevere le corrette istruzioni per riequilibrarne la presenza.