Cos’è l’ipertrofia prostatica?
Il Sistema urinario: problemi e soluzioni – 5° parte
L’ipertrofia prostatica è una patologia benigna caratterizzata da un ingrossamento della prostata, tale da causare disturbi alle basse vie urinarie (noti come LUTS = Lower Urinary Tract Syntoms), che possono interferire sulla qualità di vita dei pazienti di sesso maschile. Si tratta di una condizione molto comune al di sopra dei 50 anni, correlata ai cambiamenti ormonali che si verificano durante l’invecchiamento dell’uomo.
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) rappresenta un problema con un notevole impatto sociale. Infatti, i disturbi delle basse vie urinarie ad essa associati possono avere un forte risvolto negativo sulla vita di relazione del paziente, tanto da portarlo ad evitare ogni tipo di attività per paura di trovarsi in situazioni dove non vi siano servizi igienici nelle vicinanze. Inoltre, la mancanza di un sonno continuo e prolungato dovuto alla necessità di urinare durante le ore notturne, può ridurre il livello di energia e rendere più difficile l’attività quotidiana, soprattutto lavorativa.
I disturbi dovuti all’incremento volumetrico della prostata, sebbene possano generare effetti rilevanti sulla salute generale dell’uomo, non sono però da confondere con la presenza di un tumore alla prostata. L’aumento di dimensioni dell’adenoma prostatico infatti non contribuisce a determinare un’evoluzione maligna del tessuto prostatico. Tuttavia, tenendo conto che l’ipertrofia prostatica benigna e il tumore prostatico risultano percentualmente più frequenti nella popolazione all’avanzare dell’età, è possibile che IPB e la patologia neoplastica siano entrambe presenti, soprattutto in pazienti di età più avanzata. Per questo motivo, è sempre necessario consultare un medico e discuterne con lui.
L’aumento di dimensione della prostata può avere effetti negativi sul normale modo di urinare. Ciò accade perché l’aumento volumetrico della prostata può esercitare una compressione sull’uretra prostatica, determinando quindi un’ostruzione al normale deflusso di urine.
I sintomi causati dall’ipertrofia prostatica benigna possono essere lievi, moderati o severi, a seconda dell’entità della patologia. I disturbi lievi possono essere considerati un esito diretto di un parafisiologico processo di invecchiamento. A tal proposito, di solito tali disturbi non richiedono alcun tipo di trattamento farmacologico né tantomeno chirurgico.
I disturbi gravi delle basse vie urinarie invece, possono avere un impatto estremamente negativo sulla qualità di vita del paziente. In questo caso la terapia farmacologica o chirurgica deve essere presa decisamente in considerazione.
I sintomi del basso tratto urinario possono essere divisi in tre tipologie: sintomi della fase di riempimento, della fase di svuotamento e sintomi post-minzionali.
I sintomi della fase di riempimento vescicale comprendono:
• Aumento della frequenza urinaria durante il giorno
• Il bisogno di svegliarsi di notte per urinare
• Il bisogno improvviso di urinare (urgenza) e la difficoltà nel trattenere le urine
• Perdita involontaria di urina (incontinenza)
I sintomi della fase di svuotamento vescicale comprendono:
• Flusso lento
• Flusso urinario a spruzzo o bifido (due getti paralleli)
• Flusso urinario intermittente
• Necessità di sforzarsi per iniziare la minzione (esitazione)
• Minzione con sforzo
• Prolungato tempo di svuotamento vescicale
• Gocciolamento finale
I sintomi post-minzionali includono:
• La sensazione che la vescica non si vuoti totalmente (incompleto svuotamento)
• Perdita involontaria o gocciolamento urinario post terminale nella biancheria intima
Nella prima fase della diagnosi è importante la raccolta della storia clinica del paziente (anamnesi) per escludere altre patologie, su base non urologica, che si manifestano clinicamente con sintomi similari. In questa fase è possibile utilizzare una scala di valutazione sintomatologica nota come l’IPSS-QoL (International Prostate Symptom Score).
Successivamente l’esplorazione rettale è una parte fondamentale dell’esame obiettivo del paziente affetto da IPB. Rappresenta una procedura fortemente raccomandata al fine di valutare le dimensioni prostatiche, le eventuali alterazioni di morfologia, consistenza e dolorabilità e la situazione neurologica locale (tono sfintere anale).
Un esame ematico importante riguarda la determinazione del PSA (antigene prostatico specifico) che è una glicoproteina prodotta dalle cellule epiteliali che tappezzano i dotti e gli acini ghiandolari prostatici con la precipua funzione di contribuire alla liquefazione del liquido seminale durante l’eiaculazione. Viene dosato nel sangue come marcatore d’organo. Tuttavia, pur essendo dotato di alta sensibilità, vista la scarsa specificità, non è adeguato per la diagnosi differenziale fra le diverse patologie prostatiche. Per cui un suo innalzamento, rispetto ai valori di normalità rapportati per l’età, non necessariamente sta ad indicare un tumore alla prostata.
Altro esame da effettuare inoltre è l’ecografia prostatica con valutazione del residuo post-minzionale, che rappresenta il metodo più efficace per descrivere la morfologia prostatica ed evidenziare l’eventuale presenza di sintomi post minzionali.
Un ultimo esame molto importante da effettuare, chiamato Uroflussimetria, è la misurazione del flusso urinario che rappresenta un metodo semplice, non invasivo, ripetibile, poco costoso , sensibile seppure poco specifico per valutare la presenza di disturbi minzionali legati all’ipertrofia prostatica benigna.
Articolo a cura del Dott. Andrea Cocci e del Dott. Gianmartin Cito