il coronavirus aggredisce il cervello

La Stimolazione Magnetica Transcranica: una terapia innovativa per il NeuroCOVID

La Stimolazione Magnetica Transcranica

Una terapia innovativa per il NeuroCOVID

Nelle persone che hanno vissuto l’esperienza del contagio da coronavirus Sars-CoV-2, anche in forma non grave o addirittura asintomatica, talvolta persistono o compaiono fatica, depressione, difficoltà di concentrazione, problemi a comunicare con la parola o la scrittura, problemi di coordinazione, sensazione di derealizzazione ed altro. Stiamo parlando di una serie di sintomi e stati spesso difficili da riferire e conseguentemente da trattare.
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In questo contesto, come conferma anche un nuovo studio recentemente pubblicato su Frontiers in Neurology che vi alleghiamo nella versione originale a fondo pagina, la Stimolazione Magnetica Trascranica (TMS) e altre terapie di neuromodulazione come la Stimolazione Transcranica a Corrente diretta (tDCS) e la Stimolazione del Nervo Vago non invasiva  (VNS), possono rappresentare la soluzione per i disturbi neurologici post-COVID.
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Tutte le tecniche citate nell’articolo di cui stiamo parlando saranno disponibili sin dai primi giorni del 2021 presso il nuovo Ambulatorio NeuroCOVID curato dal Prof. Stefano Pallanti nel Presidio storico di Villa Donatello in Viale Matteotti a Firenze. L’ambulatorio fa parte di un nuovo Percorso di Cura che la nostra struttura metterà a disposizione dei propri pazienti grazie ad una nuova collaborazione con l’Istituto di Neuroscienze di Firenze che presenteremo nei prossimi giorni.
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Che cosa dice questa nuova ricerca

Background: La morbilità del nuovo coronavirus (COVID-19) non è confinata al sistema respiratorio, ma colpisce anche il sistema nervoso. La Neuromodulazione non invasiva può essere utile nel trattamento dei disturbi associati al COVID-19.

Obbiettivi: Descrivere la logica e le basi empiriche dell’uso non invasivo della neuromodulazione nella gestione dei pazienti con COVID-19 e disturbi correlati.

Metodologia: Viene riassunta la fisiopatologia COVID-19 con enfasi sulla neuroinvasività diretta, la risposta neuroimmune e l’infiammazione, l’equilibrio autonomo e la sequela neurologica, muscoloscheletrica e neuropsichiatrica. Questo supporta lo sviluppo di un quadro di riferimento per l’avanzamento delle applicazioni di neuromodulazione non invasiva nella gestione COVID-19 e disturbi correlati.

Risultati: La neuromodulazione non invasiva può gestire i disturbi associati a COVID-19 attraverso quattro percorsi:

  1. Mitigazione diretta dell’infezione attraverso la stimolazione delle regioni coinvolte nella regolazione delle risposte antinfiammatorie sistemiche e/o delle risposte autonomiche e prevenzione della neuroinfiammazione e del recupero della respirazione
  2. Miglioramento dei sintomi di dolori muscoloscheletrici e dell’affaticamento sistemico dovuti al COVID-19
  3. Favorire la riabilitazione cognitiva e fisica dopo la malattia
  4. Trattare il disagio emotivo tipico legato all’insorgenza di un’epidemia, compresi i disturbi neurologici e psichiatrici esacerbati dai fattori di stress psicosociali alla pandemia da Sars-CoV-2

Conclusioni: L’infezione da COVID-19 si traduce in una miriade di sintomi acuti e cronici, sia direttamente associati a disturbi respiratori (ad esempio, la riabilitazione) sia ad un’eziologia ancora da definire (ad esempio, la stanchezza). Le Terapie di Neuromodulazione non invasive sono un insieme di tecniche che, sulla base di percorsi mirati e di prove empiriche (in gran parte in pazienti non COVID-19), possono essere utilizzati nella gestione dei pazienti da COVID-19.


La ricerca completa nel testo integrale

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una ragazza fa esercizio fisico in casa guardando la televisione

Coronavirus: L’attività fisica ai tempi del COVID-19

L’attività fisica ai tempi del COVID-19

Una serie di indicazioni e consigli su come mantenersi attivi durante l’epidemia
a cura del nostro team di Medicina dello Sport

TESTO AGGIORNATO AL 16 NOVEMBRE 2020

La pandemia di coronavirus (COVID-19) può rendere difficile mantenere uno stile di vita fisicamente attivo, ma noi proviamo con questo articolo a darvi qualche idea e suggerimento.

Sulla base di ciò che sappiamo finora sul COVID-19, questo virus sembra dotato di un potenziale di trasmissibilità molto alto. Per questo le disposizioni e le raccomandazioni ministeriali sono tutte improntate all’evitare quanto più possibile il contatto con gli altri e, nel caso questo sia necessario, a farci mantenere una distanza sociale che varia a seconda delle situazioni.

Queste misure hanno ovviamente delle controindicazioni ed una di queste è la difficoltà di svolgere attività fisica: sono chiuse le palestre e i centri fitness ma in base all’art. 3 del Dpcm del 3 novembre, l’attività motoria (come la passeggiata) è consentita anche se soltanto in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da altre persone e con obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuali. L’attività sportiva (come jogging o bicicletta) è invece possibile solo all’aperto e in forma individuale e può essere svolta, con l’osservanza del distanziamento interpersonale di almeno due metri e del divieto di assembramento, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, non necessariamente ubicati in prossimità della propria abitazione. Non è più praticabile all’aperto presso centri o circoli sportivi, che vengono chiusi. In questo periodo di quarantena generalizzata quindi è quasi inevitabile rimanere molte ore seduti e inattivi.

Che cosa possiamo fare in merito?

Partiamo dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che anche in tempi normali consiglia di dedicare all’attività fisica almeno 20 minuti al giorno: le linee guida internazionali individuano infatti in 150-300 minuti a settimana la quantità di attività fisica ottimale per mantenere uno stile di vita sano e corretto.

Si noti bene che si parla di stile di vita in generale, proprio perché svolgere un’attività fisica adeguata e in maniera costante non influisce solo sulla tanto temuta pancetta, ma ha anche innumerevoli altri benefici su tutto il nostro organismo. Una regolare attività fisica, oltre a farci perdere peso eliminando quei chiletti di troppo, ci aiuta anche a:

  • Aumentare le difese immunitarie dell’organismo e di conseguenza a diminuire le probabilità di contrarre virus e malattie
  • Ridurre lo stress e l’ansia, che in un periodo come quello che stiamo vivendo sono sicuramente aumentati
  • Migliorare la qualità del sonno e di conseguenza il nostro benessere psico-fisico

Una volta stabilito il fabbisogno ideale di attività fisica, dobbiamo capire come possiamo perseguire questo obiettivo con tutte le limitazioni a cui siamo soggetti.

ATTIVITÀ FUORI CASA

La possibilità di svolgere attività fisica fuori dalle nostre abitazioni è quindi un argomento molto delicato. Se da un lato, attenendosi semplicemente alle indicazioni ministeriali, potremmo considerarla assolutamente legittima (oltre che salutare, tornando a quanto dicevamo all’inizio di questo articolo), da un altro punto di vista non ci sentiamo di consigliarla né tantomeno di incoraggiarla in un momento così critico e delicato.

Per dare un consiglio sensato e circostanziato dovremmo conoscere le specifiche condizioni di ciascuno di voi, in che quartiere vivete, se esistono spazi adeguati per correre o camminare e a quale distanza sono questi da casa.

Se non ci fossero alternative adeguate al correre all’aperto, il nostro consiglio sarebbe quello di attenersi al buon senso ed al senso di responsabilità.

Ma non lo facciamo, visto che esistono anche altre soluzioni per soddisfare il nostro fabbisogno quotidiano di movimento ovvero quella di svolgere attività fisica all’interno delle nostre case, senza nessun rischio di contatto con gli altri né quello di incorrere in multe (che tra l’altro sono anche piuttosto salate).

ATTIVITÀ IN CASA

infografica sulle attività che si possono fare durante la quarantena

Anche in questo caso partiamo dalle fonti ufficiali: il Ministero della Salute ha prodotto alcuni documenti che ci tornano utili per avere delle idee su come svolgere attività fisica in casa, alle quali ci fa piacere aggiungere alcune raccomandazioni e spunti supplementari.

Cominciamo da ciò che è possibile fare tra le nostra mura domestiche. Ovviamente alcune di queste attività presuppongono il possesso di alcuni strumenti specifici, che non tutti hanno; ma scopriremo che ci sono anche tante altre possibilità e per tutti i gusti. Ecco qui un piccolo elenco, senza la pretesa di essere esaustivi:

  • Ginnastica a corpo libero
  • Salto della corda
  • Corsa sul posto
  • Addominali
  • Flessioni sulle braccia
  • Squat
  • Yoga e Pilates
  • Ballare
  • Stretching
  • Allenamento con lo step (o con gli scalini di casa)
  • Allenamento con l’ausilio di oggetti (sedia, bottigliette di plastica, muro)
  • Allenamento con l’ausilio di macchinari (cyclette, panca, attrezzi, ecc.)

In questo caso il nostro consiglio è quello di scegliere una o più attività in linea con le nostre attitudini e con le nostre possibilità. È importante infatti non trasformare quello che deve essere tutto sommato un piacere benefico in un potenziale rischio per la salute.

Sempre in termini di cosa fare, le linee guida internazionali consigliano due tipologie diverse di attività fisiche: gli esercizi per migliorare la mobilità articolare e gli esercizi per rafforzare la muscolatura. Certo, se l’alternativa è l’assenza completa va benissimo eseguire anche solo una delle due tipologie di esercizi. Ma teniamo presente che questo è lo schema ideale consigliato per una sessione di allenamento domestico:

  1. Esercizi di riscaldamento
  2. Esercizi per la mobilità articolare
  3. Esercizi per rafforzare la muscolatura
  4. Esercizi di stretching finale

Un altro punto importante è quello di evitare di fare attività non adatte a voi: valutate sempre se gli esercizi che vi apprestate a fare siano sostenibili per il vostro fisico. Se venite da un lungo periodo di inattività, ad esempio, evitate di partire con sessioni troppo lunghe e stancanti: il vostro corpo, non abituato da tempo ad uno sforzo del genere, potrebbe risentirne.

Progettate sempre una tabella di lavoro di tipo incrementale: oggi farete 10, la prossima volta 15 e quella dopo ancora 20. Non cercate di fare troppo e subito: il vostro corpo, la sua elasticità e resistenza devono avere il tempo di abituarsi.

Per quanto riguarda invece le fonti di ispirazione su quali esercizi fare, la tecnologia ci viene in grande aiuto. Dai siti web, ai video su Youtube, fino alle innumerevoli applicazioni che possiamo scaricare sui nostri tablet e smartphone non abbiamo che l’imbarazzo della scelta.

In questo caso non stiamo a consigliarvi qualcosa in particolare, anche perché la disponibilità è pressoché infinita. Quello che ci piacerebbe trasferirvi è piuttosto un metodo e delle raccomandazioni di scelta e di selezione, che dovete poi personalizzare in base alle vostre esigenze e attitudini.

Non sarebbe corretto da parte nostra consigliarvi di guardare quel video o di scaricare quella applicazione, perché magari ciò che riteniamo utile e funzionale per una persona potrebbe non esserlo per un’altra.

Il nostro consiglio è quindi quello di sperimentare in prima persona, fino a trovare ciò che più vi si addice. Se individuate un video, ad esempio, guardatelo tutto fino alla fine senza replicare gli esercizi proposti, in modo da capire, in modalità riposo, se si tratta di un’attività per voi sostenibile. Non mettetevi subito a fare gli esercizi proposti dalla prima applicazione scaricata; prendetevi un po’ di tempo (tanto non manca) per scegliere e valutare bene.

Comunque, per non lasciarvi da soli in questa ricerca, vi riportiamo qui sotto un piccolo elenco di video online e di applicazioni da cui partire per individuare il vostro programma di allenamento domestico ideale.

Canali Youtube

Applicazioni per tablet e smartphone

  • 8Fit
  • Adidas Training by Runtastic
  • Allenamento di 7 minuti
  • Asana Rebel
  • Fitstar Personal Trainer
  • Freeletics
  • Keep, il trainer a domicilio
  • Nike+ Training Club
  • Pocket Yoga
  • Runtastic Results
  • Seconds
  • Seven – 7 minuti di esercizi
  • Sfida fitness 30 giorni
  • Squats Workout
  • Sweat
  • Sworkit
  • Sworkit Stretching
  • Virtuagym
  • Yoga.com
Tre medici con tute e mascherine di fronte ad una tenda da triage

Coronavirus: la pandemia e il distanziamento sociale

Coronavirus: la pandemia e il distanziamento sociale

Fanno riflettere 2 nuove ricerche basate su modelli matematici
in grado di fornire strumenti decisionali ai policymakers

Due distinti articoli, usciti nella giornata di ieri, contribuiscono a delineare un panorama della pandemia alquanto inquietante e del quale molti scienziati al lavoro dovranno tenere di conto.

Il primo, pubblicato da Science Magazine, stima che la maggior parte delle infezioni da COVID-19 non sono documentate nè identificate attraverso una regolare sorveglianza perché non presentano sintomi o ne presentano soltanto di lievi.

Asintomatici: i meno contagiosi che però trasmettono di più

Nonostante siano meno contagiosi dei casi sintomatici identificati, i casi non documentati contribuiscono alla trasmissione complessiva più dei casi sintomatici a causa della loro natura nascosta.

I risultati della nostra ricerca – commentano gli autori – indicano che l’86% delle infezioni esistenti non sono attualmente documentate e che ognuna di esse, malgrado i sintomi lievi o quasi inesistenti, è comunque in grado di trasmettere il contagio con una percentuale che è stimabile attorno al 55% di quanto possa essere quella di un’infezione attualmente documentata. Queste infezioni invisibili potrebbero essere quelle che hanno cancellato i confini, nascondendosi in soggetti apparentemente sani e trasportando il COVID-19 piano piano in tutto il mondo.

Gli autori sostengono che i Paesi dovrebbero aumentare in maniera radicale l’identificazione e il conseguente isolamento delle infezioni attualmente non documentate, perché solo così sarà possibile controllare completamente la pandemia. Questo è ciò che hanno fatto, ad esempio, la Cina e la Corea del Sud.

Anche lo stesso Tedros Adhanom – Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – durante una delle sue ultime conferenze stampa ha sintetizzato il suo messaggio rivolto alle nazioni con un: “Test, test, test”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che alcune nazioni non stanno eseguendo abbastanza test per il coronavirus:

Testate ogni caso sospetto.

Il j’accuse dell’OMS non riguarda un solo paese, ma leva il suo grido affinchè ci sia su questo punto una decisa inversione di tendenza.


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Modelli predittivi: diffusione, mortalità e livelli di ospedalizzazione da COVID-19

Un secondo documento, pubblicato da esperti modellisti dell’Imperial College, guarda al futuro per stimare la diffusione, la mortalità e l’ospedalizzazione da #COVID19 nel Regno Unito e negli Stati Uniti in diversi scenari di risposta all’epidemia.

Gli autori confrontano 2 tipi di risposta:

  1. Mitigazione: rallentamento della diffusione attraverso l’allontanamento sociale e altre misure senza arrestare la diffusione
  2. Repressione: intesa a invertire la diffusione dell’epidemia con l’isolamento domestico dei casi e delle quarantene, insieme all’allontanamento sociale e alla chiusura di scuole e università.

Gli autori dipingono un quadro terribile del futuro nel caso del solo approccio alla mitigazione, carico di casi e ricoveri incontrollabili, anche in concomitanza con un buon allontanamento sociale.

L’approccio repressivo si traduce anch’esso in un numero elevato di casi e ricoveri, ma molto inferiore rispetto agli altri approcci, quindi probabilmente gestibile dalle strutture sanitarie dei diversi paesi che lo utilizzassero.

Questo è un grafico che mostra come si comporterebbe l’epidemia negli Stati Uniti nei vari scenari (non fare niente, mitigare, reprimere). Nello scenario di Repressione il picco è spinto verso l’autunno, invece di essere in primavera/estate come sarebbe se si lasciasse che l’epidemia facesse il suo corso.

coronavirus pandemia un grafico che mostra gli andamenti dell'epidemiaCon la Mitigazione il picco arriverebbe più tardi (fine 2020/inizio 2021), ma sarebbe più alto e la conseguente domanda sugli ospedali sarebbe più elevata.

Con la Repressione, il picco arriverebbe invece in autunno (ottobre-novembre): supererebbe ancora la capacità di assistenza sanitaria, ma non così tanto come in altri scenari.

Attenzione, questi sono soltanto modelli previsionali, non è detto che le cose si svolgano esattamente come illustrato. Questi modelli, come molti altri, servono comunque alla politica per avere dei dati sui quali ragionare per prevedere le implicazioni delle scelte da compiere.

Ciò che entrambi i gruppi di ricercatori sottolineano, al termine di questi due studi, è che il modello d’approccio utilizzato dalla Cina e dalla Corea del Sud, che prevede un’intensa attività di test e di ricerca di casi, l’isolamento domestico e la quarantena insieme al distanziamento sociale, è probabilmente la combinazione più promettente attualmente sul campo.

 #restateacasa


 

Coronavirus: Villa Donatello si adegua alle nuove disposizioni ministeriali

Coronavirus: Villa Donatello si adegua alle
nuove disposizioni ministeriali


Se devi metterti in viaggio per raggiungere la nostra Casa di Cura

modulo autocertificazione


La nostra Casa di Cura sta svolgendo normalmente tutte le attività cliniche in entrambi i plessi, sia la nella nuova sede di Via Ragionieri a Firenze Castello, che nel presidio storico di Viale Matteotti a Firenze.

Siamo in costante collegamento con la Regione Toscana e con tutti gli altri enti preposti alla gestione di questo periodo, per operare secondo i criteri decisi e seguendo scrupolosamente le indicazioni.

Tra queste vi è quella di disciplinare gli accessi alle strutture sanitarie in maniera da evitare caos e favorire una maggiore sicurezza di chi arriva e di chi si trova già in una struttura clinica. Lo scopo principale è, ovviamente, quello di non favorire eventuali occasioni di diffusione del contagio e di mantenere normale l’erogazione di tutti i servizi a disposizione dei nostri pazienti.

Hai febbre, tosse o difficoltà respiratorie e hai una prenotazione attiva presso una delle nostre strutture? Chiedici uno spostamento di data (chiamandoci allo 055 50975 o collegandoti sul nostro sito web), chiama il Numero Verde della Regione Toscana 800.55.60.60 per informazioni più dettagliate; il numero è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 18. Rispondono operatori adeguatamente formati per fornire orientamento e indicazioni sui percorsi e le iniziative individuate dalla Regione sul tema del Coronavirus.

Se pensi di aver avuto contatti stretti con casi confermati di Covid-19 o se sei ritornato nelle ultime settimane in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate all’epidemia o da zone sottoposte a quarantena della Regione Lombardia e della Regione Veneto, devi invece fare riferimento ai seguenti contatti messi a disposizione dalle Aziende sanitarie:

➡️Asl Toscana centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli): 055.5454777 – Email: rientrocina@uslcentro.toscana.it
➡️Asl Toscana nord ovest (Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Viareggio): 050.954444 – rientrocina@uslnordovest.toscana.it
➡️Asl Toscana sud est (Arezzo, Grosseto, Siena): 800.579579 – rientrocina@uslsudest.toscana.it

Villa Donatello, clinica di proprietà del Gruppo Unipol, ha messo a disposizione della Regione Toscana e dell’Area Vasta Centro tre posti letto di terapia intensiva (di cui uno in isolamento) e dodici posti letto di degenza ordinaria al fine di contribuire alla gestione dell’emergenza Coronavirus. I posti letto verrebbero eventualmente destinati ad assistere pazienti affetti da altre patologie per le quali non è possibile rimandare le cure, consentendo agli ospedali pubblici di liberare risorse per curare pazienti infetti da Coronavirus.
Villa Donatello supporta il sistema sanitario pubblico in questo momento di emergenza, integrandosi come un unico sistema sanitario e poggiandosi su un principio di mutua solidarietà tra strutture.


copertina della sezione dedicata alle fonti autorevoli su coronavirus

Cerchi informazioni? Scegli le fonti opportune!

Siamo tutti abituati a consultare la Rete per reperire informazioni. Purtroppo, però, quando si tratta di argomenti delicati come quelli legati alla Salute, è spesso complicato per l’utente non esperto reperire notizie adeguatamente verificate.

La ricerca sui Social Network, le informazioni di seconda mano girate dagli amici, un semplice tweet, non certificano che ciò che state leggendo sia corretto, o addirittura vero, tanto più quando si sta parlando di qualcosa di molto complesso come la natura di questa nuova infezione che è ancora in gran parte sconosciuta allo stesso  mondo scientifico.

Una buona parte del panico e del caos che si sono generati in questi giorni, dipende anche dal fatto che sono circolate notizie incorrette, se non addirittura false e tendenziose. Ecco perché abbiamo deciso di provare ad elencare alcune delle fonti che riteniamo idonee a comunicare una situazione di crisi come quella generata dalla comparsa del coronavirus COVID-19.


Una nostra selezione di articoli e spunti interessanti, in costante aggiornamento

Anche a noi piace rimanere informati. Per questo abbiamo pensato che, nel farlo, potevamo raccogliere gli spunti e le informazioni più importanti per condividerle con chi ci segue.

A questo scopo abbiamo dedicato la nostra attività concentrandoci in special modo su due strumenti a nostra disposizione che vi segnaliamo qui: Twitter, che ci dà l’opportunità di essere rapidi; Flipboard, attraverso la nostra rivista “Villa Donatello News“, dove invece raccogliamo articoli di approfondimento più lunghi.