immagine stilizzata del cervello all'interno del quale si scorge il coronavirus

Che cos’è il NeuroCOVID?

Che cos’è il NeuroCOVID?

Sono sempre più evidenti e riscontrate dalla Scienza le segnalazioni di persone che, a seguito dell’infezione da Sars-CoV-2, hanno poi riscontrato altre problematiche successive non necessariamente collegate al sistema respiratorio.

Il numero crescente di persone che hanno segnalato di avere una sintomatologia collegata al sistema nervoso ha già da tempo allarmato chi opera nell’ambiente ma l’attenzione pubblica generale è ancora concentrata a raccontare la pandemia globale e difficilmente scende nel dettaglio di tutti gli effetti secondari che sono emersi nel frattempo.

Per questo Villa Donatello ha immediatamente messo a disposizione di tutti i suoi pazienti un Ambulatorio NeuroCOVID diretto dal Prof. Stefano Pallanti, fondatore dell’Istituto di Neuroscienze di Firenze: uno dei primi neuroscienziati al mondo ad affrontare questa nuova sfida per la neurologia.

In questo periodo nel quale sembra che la campagna vaccinale e una stagione più propizia ci avvicinino ad un alleggerimento delle tensioni legate alla diffusione del coronavirus tra la popolazione, rimane invece molto importante attivarsi il prima possibile per circoscrivere i rischi derivanti da una cronicizzazione delle problematiche neurologiche che potrebbero insorgere a seguito dell’infezione e della fine del contagio.

Con questo articolo vi vogliamo proporre due video-interviste rilasciate dal Prof. Stefano Pallanti che ci aiutano a capire meglio che cos’è il NeuroCOVID e perché è fondamentale agire il prima possibile per limitarne gli effetti.

28 Dicembre 2020: intervista al Prof. Pallanti nella rubrica “Cara Annamaria” di ToscanaTV

Stefano Pallanti | Malattia da COVID-19: Manifestazioni Neuropsichiatriche Acute ed a Lungo Termine

Per Informazioni o Appuntamenti con l’Ambulatorio NeuroCOVID

    Autorizzazione al trattamento dei dati (obbligatoria - spuntare il campo)
    Ho letto e approvo il testo dedicato alla gestione della privacy e autorizzo la Casa di Cura Villa Donatello S.p.A. al trattamento dei miei dati personali

    Consulta il testo dedicato alla gestione della privacy (Clicca qui)

    Oppure telefonando al nunero 055587889


     

    il coronavirus aggredisce il cervello

    La Stimolazione Magnetica Transcranica: una terapia innovativa per il NeuroCOVID

    La Stimolazione Magnetica Transcranica

    Una terapia innovativa per il NeuroCOVID

    Nelle persone che hanno vissuto l’esperienza del contagio da coronavirus Sars-CoV-2, anche in forma non grave o addirittura asintomatica, talvolta persistono o compaiono fatica, depressione, difficoltà di concentrazione, problemi a comunicare con la parola o la scrittura, problemi di coordinazione, sensazione di derealizzazione ed altro. Stiamo parlando di una serie di sintomi e stati spesso difficili da riferire e conseguentemente da trattare.
    …………………………………..
    In questo contesto, come conferma anche un nuovo studio recentemente pubblicato su Frontiers in Neurology che vi alleghiamo nella versione originale a fondo pagina, la Stimolazione Magnetica Trascranica (TMS) e altre terapie di neuromodulazione come la Stimolazione Transcranica a Corrente diretta (tDCS) e la Stimolazione del Nervo Vago non invasiva  (VNS), possono rappresentare la soluzione per i disturbi neurologici post-COVID.
    .
    Tutte le tecniche citate nell’articolo di cui stiamo parlando saranno disponibili sin dai primi giorni del 2021 presso il nuovo Ambulatorio NeuroCOVID curato dal Prof. Stefano Pallanti nel Presidio storico di Villa Donatello in Viale Matteotti a Firenze. L’ambulatorio fa parte di un nuovo Percorso di Cura che la nostra struttura metterà a disposizione dei propri pazienti grazie ad una nuova collaborazione con l’Istituto di Neuroscienze di Firenze che presenteremo nei prossimi giorni.
    .

    Che cosa dice questa nuova ricerca

    Background: La morbilità del nuovo coronavirus (COVID-19) non è confinata al sistema respiratorio, ma colpisce anche il sistema nervoso. La Neuromodulazione non invasiva può essere utile nel trattamento dei disturbi associati al COVID-19.

    Obbiettivi: Descrivere la logica e le basi empiriche dell’uso non invasivo della neuromodulazione nella gestione dei pazienti con COVID-19 e disturbi correlati.

    Metodologia: Viene riassunta la fisiopatologia COVID-19 con enfasi sulla neuroinvasività diretta, la risposta neuroimmune e l’infiammazione, l’equilibrio autonomo e la sequela neurologica, muscoloscheletrica e neuropsichiatrica. Questo supporta lo sviluppo di un quadro di riferimento per l’avanzamento delle applicazioni di neuromodulazione non invasiva nella gestione COVID-19 e disturbi correlati.

    Risultati: La neuromodulazione non invasiva può gestire i disturbi associati a COVID-19 attraverso quattro percorsi:

    1. Mitigazione diretta dell’infezione attraverso la stimolazione delle regioni coinvolte nella regolazione delle risposte antinfiammatorie sistemiche e/o delle risposte autonomiche e prevenzione della neuroinfiammazione e del recupero della respirazione
    2. Miglioramento dei sintomi di dolori muscoloscheletrici e dell’affaticamento sistemico dovuti al COVID-19
    3. Favorire la riabilitazione cognitiva e fisica dopo la malattia
    4. Trattare il disagio emotivo tipico legato all’insorgenza di un’epidemia, compresi i disturbi neurologici e psichiatrici esacerbati dai fattori di stress psicosociali alla pandemia da Sars-CoV-2

    Conclusioni: L’infezione da COVID-19 si traduce in una miriade di sintomi acuti e cronici, sia direttamente associati a disturbi respiratori (ad esempio, la riabilitazione) sia ad un’eziologia ancora da definire (ad esempio, la stanchezza). Le Terapie di Neuromodulazione non invasive sono un insieme di tecniche che, sulla base di percorsi mirati e di prove empiriche (in gran parte in pazienti non COVID-19), possono essere utilizzati nella gestione dei pazienti da COVID-19.


    La ricerca completa nel testo integrale

    ………………………………………


    Una donna si tappa le orecchie chiaramente infastidita da un rumore

    Perché certi piccoli rumori ripetuti sono insopportabili: la misofonia

    La Misofonia

    Un nuovo studio aiuta a capire perché certi piccoli rumori ripetuti
    danno fastidio ad alcune persone [contiene due video]

    La Misofonia è una forma di ridotta tolleranza al suono che fino ad oggi è stata ritenuta essere un disturbo neurologico. Un nuovo studio compiuto dalla Newcastle University prova a dimostrare come piccole anomalie cerebrali provochino questo fenomeno.

    Ognuno di noi ha spesso provato sensazioni sgradevoli nel dover sopportare qualcuno che sta rumorosamente masticando un chewing-gum, giocherellando ripetutamente con il portachiavi o picchiettando con le dita sul tavolo. Ma questi piccoli rumori ripetuti, per alcune persone, risultano addirittura insopportabili, causando in loro una necessità impellente di spostarsi in altro luogo o di litigare con il vicino che li produce: queste persone sono affette da un disordine conosciuto come misofonia.

    Uno dei ricercatori coinvolti, il Professor Tim Griffithsneurologo cognitivo presso la Newcastle University e la University College London, spiega che

    anche io mi trovavo tra gli scettici rispetto alla reale esistenza di questo disordine, almeno fino a quando non abbiamo riscontrato che il fenomeno si presentava in maniera identica in molte persone che dicevano di esserne affette.

    Una prima ricerca è stata effettuata su 20 soggetti affetti da misofonia, così come su 22 persone che invece non risultano esserne colpite. Tra coloro i quali si dichiarano colpiti dalla patologia, sottoposti ad una scansione cerebrale e costretti ad ascoltare piccoli rumori ripetuti, è stato riscontrata una medesima alterazione del sistema di controllo delle emozioni che provoca un affaticamento, un vero e proprio sovraccarico, delle funzioni cerebrali.

    Le scansioni di questo stesso studio hanno anche rivelato che l’attività cerebrale nelle persone affette da misofonia mostra un modello diverso di connettività nel lobo frontale: la zona del nostro cervello che, tra le altre cose, ha anche il compito di sopprimere reazioni anomale ai suoni.

    Questi piccoli suoni che attivano il disturbo, sempre secondo la ricerca, avrebbero anche effetti fisici sulle persone che ne sono affette: sudorazione, accelerazione del battito cardiaco ed altro.

    Le finalità dello studio sono adesso quelle di provare ad elaborare un trattamento che riduca il fastidio, ma anche di sviluppare maggiori conoscenze che permettano un migliore approccio ad altre tipologie di reazioni emozionali abnormi.


    Un video di spiegazione a cura del Canale YouTube LoSbrogliaMente, di Teresa Montesarchio


    Il Professor Sukhbinder Kumar, titolare del gruppo che si è dedicato a questa ricerca innovativa, si dichiara soddisfatto per aver ottenuto una serie di riscontri che portano ad una sintomatologia diffusa tra i soggetti colpiti.

    Tuttavia – aggiunge durante la conferenza stampa di presentazione della ricerca – la sindrome non viene riconosciuta in nessuno degli attuali sistemi di diagnostica clinica. Questo studio, attraverso l’osservazione dei cambiamenti critici che avvengono nel cervello, rappresenta una prova importante per convincere la parte scettica della comunità medica che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disturbo.

    La mia speranza è quella di identificare il pattern di questo disordine, una firma, provocata dagli effetti dei piccoli rumori sulle attività del cervello. Quello che speriamo è che queste anomalie, o meglio i modelli che le descrivono, possano essere utilizzate per identificare un trattamento.

    La ricerca è stata pubblicata dal gruppo di studio lo scorso 3 Febbraio, sulla rivista Current Biology.


    Scopri in questo video-test alcuni dei suoni ritenuti insopportabili da soggetti affetti da misofonia!