il fiocco blu dedicato ai pazienti di tumore alla prostata

Quali interventi mini-invasivi e non invasivi
per il tumore alla prostata?

Il Sistema urinario: problemi e soluzioni – 12° parte

Il tumore alla prostata è uno dei più comuni tumori maligni riscontrabili tra i maschi in Europa.

In caso di tumore alla prostata le possibilità terapeutiche sono molteplici, spaziando dalle tradizionali tecniche radioterapiche e chirurgiche a cielo aperto, con ampia incisione addominale, sino alle più innovative tecniche mini-invasive e persino non invasive.

La terapia ottimale sarà valutata dallo specialista Urologo in base alle caratteristiche del singolo paziente e dello specifico stadio tumorale, adattandosi alle esigenze e preferenze del paziente.

Se da un lato le tradizionali tecniche chirurgiche invasive e radioterapiche hanno offerto per anni un valido strumento per la gestione della malattia e trovino ancora spazio in specifici casi, le importanti ripercussioni in termini di effetti avversi e complicanze, come emorragie, dolore postoperatorio, inestetismi, incontinenza urinaria e talvolta fecale e la disfunzioni sessuali, hanno rappresentato un importante limite operativo con conseguente impatto negativo sulla qualità di vita globale del paziente.

Recentemente, per far fronte al progressivo aumento dell’età media e del benessere psico-fisico della popolazione maschile, con la conseguente richiesta di minori effetti avversi che influenzino negativamente la qualità di vita del paziente, è aumentato l’interesse per le tecniche mini-invasive e non invasive. Queste, grazie a risultati oncologici sovrapponibili alle metodiche classiche, uniti a minori effetti avversi come la possibile preservazione della funzione sessuale (sexual sparing) e urinaria, minor sanguinamento e dolore postoperatorio, rappresentano le tecniche di scelta in particolare in pazienti giovani e in buona salute.

La tecnica robotica si è affermata come il metodo mini-invasivo nell’asportazione della prostata e degli eventuali linfonodi patologici associati in caso di tumore avanzato. Rappresenta il trattamento di eccellenza ed ha lo scopo di trattare totalmente e definitivamente il tumore prostatico negli stadi in cui il tumore non ha diffuso agli organi circostanti e viene eseguita mediante l’utilizzo del Robot da Vinci: il gold standard di chi sceglie questa tecnica mini-invasiva, con un ridotto tasso di complicanze ed effetti avversi oltre a minori tempi di degenza postoperatori e migliori risultati estetici.

Negli ultimi anni sono emerse altre modalità terapeutiche assolutamente non invasive nei pazienti con tumore prostatico clinicamente localizzato, che permettono sia il trattamento dell’intera ghiandola che quello focale del nodulo tumorale.

Tutte queste modalità sono state sviluppate come procedure minimamente o assolutamente non invasive con l’obiettivo di fornire una sicurezza oncologica equivalente ma una tossicità ridotta e migliori risultati funzionali.

Tra questi, i risultati più ottimali sono stati forniti dall’ultrasuono focalizzato ad alta intensità (HIFU), l’ablazione crioterapica della prostata (crioterapia) e la terapia fotodinamica focale.

Malgrado si stia parlando di recenti innovazioni, già molti dati scientifici sono disponibili e supportano l’uso di queste tecniche innovative che, pur essendo completamente non invasive, si sono dimostrate sicure ed efficaci in specifici casi selezionati.

Inoltre uno sviluppo ancora più recente è rappresentato dalla terapia ablativa focale grazie alla quale l’ablazione mirata alla lesione è intrapresa in modo preciso, risparmiando l’organo e preservando quindi totalmente a funzione fisiologica della ghiandola, pur controllando in maniera adeguata il tessuto patologico, come nel caso della innovativa terapia focale a ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU).

Articolo a cura del Dott. Andrea Cocci e del Dott. Gianmartin Cito