RootiRX: la nuova frontiera del monitoraggio cardiaco

Un cuore matto” recita una nota canzone italiana. E a volte capita che con il manifestarsi di qualche problematica o patologia, il battito regolare del nostro muscolo involontario, perno della circolazione sanguigna e motore indispensabile per l’organismo, subisca delle alterazioni.

Cosa fare? Ne parliamo con il Dr. Andrea Colella, cardiologo aritmologo, laureato in Medicina e Chirurgia e Specializzato in Cardiologia presso l’Università degli Studi di Firenze, che dal 1995 lavora presso l’AOU Careggi nel Dipartimento di Cardiologia e dal 2019 anche presso Unità di Aritmologia e Cardiostimolazione di Villa Donatello.

Dr. Colella, in cosa consiste il suo lavoro di cardiologo/aritmologo?

“Da ormai 30 anni mi occupo di curare aritmie e tutte le mattine opero pazienti, o che hanno dei blocchi del sistema di conduzione e che necessitano di un pacemaker, o che hanno aritmie a velocità elevatissime e che richiedono o l’impianto di un defibrillatore o una ablazione trans catetere che permette di eliminare i substrati aritmici.”

Chi è il suo paziente tipo?

“Quotidianamente visito pazienti che mi riferiscono di avere avuto dei battiti irregolari del loro cuore. Se siamo stati fortunati il paziente si presenta con un elettrocardiogramma eseguito durante l’evento che documenta il disturbo del ritmo cardiaco. Oppure è in possesso di una registrazione ECG Holter che è riuscita a documentare un episodio sintomatico. Questi pazienti sono veramente fortunati perché dall’elettrocardiogramma possiamo fare una diagnosi, indicare una prognosi e soprattutto proporre immediatamente una terapia che varia dal non fare niente per la scarsa pericolosità dell’aritmia al dover intervenire proponendo o un impianto di un pacemaker o di un defibrillatore o una ablazione transcatetere”.

In quali pazienti si riscontra una maggiore difficoltà diagnostica?

“Il paziente spesso arriva al medico e allo specialista cardiologo o aritmologo perché presenta palpitazioni e cardiopalmo, che comportano gravi disturbi e che possono determinare gravi rischi per la loro vita, fino al rischio di morte improvvisa. Questi episodi avvertiti dal paziente sono frequentemente parossistici, durano pochi secondi o minuti, si manifestano con una frequenza altamente variabile (da una volta alla settimana o al mese) e con molta difficoltà si riescono a documentare all’elettrocardiogramma o all’ECG dinamico Holter delle 24 ore. Il non avere un elettrocardiogramma che documenti l’episodio aritmico comporta la mancanza di una diagnosi precisa e quindi una impossibilità nell’istaurare terapie che possono cambiare in modo drastico la prognosi dei pazienti”.

Quanti tipi di aritmie esistono?

“Le aritmie sono veramente tante e tutte – chi più, chi meno – nascondono potenziali eventi gravosi e pericolosi per la vita dei pazienti. Ad esempio, la fibrillazione atriale se non documentata, diagnosticata e trattata con anticoagulanti, in certi pazienti può determinare un Ictus Cerebri con gravi conseguenze. Oppure tutti i blocchi atrio ventricolari o le aritmie ventricolari complesse, che possono richiedere rispettivamente l’impianto di un pacemaker o di un defibrillatore. Ma anche le semplici extrasistoli che possono nascondere patologie ereditarie o pregresse miocarditi che comportano un rischio elevato di morte improvvisa, o tutte le tachicardie parossistiche sopraventricolari che possono essere il segno di substrati aritmici molto pericolosi come le vie accessorie”.

Per indagare in maniera più approfondita l’origine di queste patologie, l’unità di cardiologia di Villa Donatello si è dotata di un’innovativa tecnologia di monitoraggio cardiovascolare continuo senza cavi, il sistema RootiRX: di cosa si tratta?

“Possiamo definire il sistema RootiRx un cerotto miracoloso che applicato sul torace del paziente costituisce un sistema di registrazione multi parametrico che ci permette contemporaneamente di studiare i disturbi del ritmo cardiaco, valutare la pressione arteriosa e indagare i disturbi del sonno, comprese le apnee notturne che spesso sono alla base di molte patologie. Il monitoraggio è programmabile da 1 a 7 giorni in fase di installazione e permette quindi di avere maggiori possibilità di intercettare un evento anomalo rispetto ad un holter tradizionale, che spesso viene applicato più volte per singoli giorni senza mai riuscire a dimostrare il disturbo”.

Holter ECG da 1 a 7 giorni

Come si inserisce RootiRX nel lavoro quotidiano dell’unità cardiovascolare di Villa Donatello?

RootiRx è un sistema innovativo che permette all’equipe di aritmologia/elettrofisiologia di Villa Donatello di studiare in maniera più approfondita e continua le aritmie. La struttura ha inoltre organizzato un percorso per i pazienti aritmologici che dagli esami diagnostici incruenti arriva fino a curare le aritmie in una sala dedicata dotata di tutte le tecnologie più avanzate”.

Quali sono i pazienti idonei al monitoraggio con RootiRX?

“Tutti i pazienti che hanno un disturbo del ritmo cardiaco sono potenziali fruitori di questo dispositivo. Soprattutto quei pazienti che hanno disturbi saltuariamente e che con un monitoraggio singolo di 24 ore rischiano di non essere intercettati. Ma penso anche a tutti i pazienti che hanno disturbi del sonno o apnee notturne e che frequentemente poi sviluppano frequentemente ipertensione o aritmie”.

Oltre ai medici, quali soggetti potrebbero essere interessati ad un monitoraggio preventivo con RootiRX?

“Il sistema è uno strumento indispensabile per tutti i medici che vogliono avere una visione multiparametrica delle condizioni del loro paziente. Sempre più spesso abbiamo con piacere assistito ad un maggiore richiesta di controlli da parte di datori di lavoro di aziende private, che si stanno mobilitando per accertarsi dello stato di salute dei propri dipendenti, valutando con un solo esame incruento tutta una serie di parametri contemporaneamente; così come le assicurazioni, che vogliono meglio stratificare il rischio dei pazienti assicurati”.

Che tipo di interventi vengono effettuati a Villa Donatello?

Villa Donatello è un vero e proprio ospedale privato dove è possibile trattare tutte le patologie delle branche chirurgiche. Ha un punto di primo soccorso (il servizio Fast Aid) che funziona h12 (dalle 8 alle 20) e può fare un adeguato triage di tutte le patologie. Un gruppo di anestesisti presenti h24 che gestiscono i percorsi operatori fino a interessarsi dei pazienti in terapia intensiva. Un servizio di Cardiologia con Medici presenti in struttura e reperibili nella notte e nei festivi. Nel settore cardiologico è stata implementata una sala operatoria (attualmente l’unica alternativa al sistema sanitario pubblico in Toscana) dove equipe specializzate ed esperte possono eseguire procedure interventistiche di elettrofisiologia, cardiostimolazione ed emodinamica”.

Come si è sviluppata l’unità di cardiologia di Villa Donatello negli ultimi anni?

“Negli ultimi tre anni abbiamo progressivamente esportato nel settore privato tutte le procedure che da sempre eseguiamo nell’ambito dell’attività all’interno del sistema sanitario nazionale. L’amministrazione ha sempre stimolato la nostra attività fornendoci attrezzature di primissimo livello e recentemente abbiamo acquisito il sistema di navigazione Kodex della Philips (unico in Toscana e uno dei pochi in Italia), che permette di ricostruire in modo tridimensionale le camere cardiache e di arrivare con più precisione e facilità nei punti di interesse”.


 

Un gene proteggeva i nostri antenati dall’attacco di cuore

Un gene proteggeva i nostri antenati dall’attacco di cuore

Circa 4 milioni di uomini e 3.5 milioni e mezzo di donne muoiono ogni anno nel mondo per attacco di cuore. L’infarto e le malattie cardiovascolari sono, a tutt’oggi, il nemico numero uno per la nostra salute.

Sappiamo benissimo quali siano gli indicatori da tenere sotto controllo per capire se si è più esposti al rischio di attacco di cuore: pressione alta, accumulo di colesterolo, vita sedentaria, fumo, stress, cattiva alimentazione…

Quello che la scienza si è sempre chiesto, però, è come mai in natura esistano esseri molto simili all’uomo, per esempio gli scimpanzè, che sembrano quasi totalmente immuni dal rischio d’infarto, anche in caso di sedentarietà e di livelli elevati di colesterolo.

La perdita di un singolo e specifico gene nei nostri antenati può aiutare a spiegare perché gli esseri umani sono gli unici animali in cui gli attacchi cardiaci sono comuni.

Per noi si è sempre trattato di un vero e proprio mistero – afferma il Prof. Ajit Varki della University of California San Diego School of Medicine – Ci siamo sempre chiesti che cosa ci fosse di insolito negli esseri umani, rispetto all’attacco di cuore.

Due o tre milioni di anni fa i nostri antenati hanno acquisito una mutazione genetica che ha inattivato un gene, rendendoci carenti di molecole chiamate acidi sialici. Nello studio, pubblicato dal PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United State of America), i ricercatori hanno modificato geneticamente alcuni topi così da essere più simili agli esseri umani nella loro carenza di una molecola di zucchero specifica chiamata Neu5Gc. Quello che è emerso dall’esperimento è che, nelle cavie modificate e sottoposte ad un regime alimentare ricco di grassi, la presenza di aterosclerosi (causa principale dell’insorgenza di infarti e ictus) era quasi il doppia rispetto a quella riscontrabile nei topi non modificati.

Anche se l’aterosclerosi può avere effetti devastanti sul corpo, l’inattivazione del gene CMAH avvenuta nella nostra razza non ha effetti soltanto negativi:

Certo, è una mutazione ormai permanente negli esseri umani, non è più possibile invertirla – conclude il Prof. Varki – In realtà non ha alcun senso pensare di invertirla perché porta con sè anche molti altri effetti, come quelli che aiutano a spiegare perché gli esseri umani sono molto bravi a correre su lunghe distanze.

Da questa ricerca, oltre alla semplice curiosità risolta su come fosse possibile essere più soggetti ad attacchi di cuore rispetto a specie simili alla nostra, si spera di sviluppare una sorta di antidoto che ci permetta di consumare delle  modiche quantità di carni rosse godendo dei loro nutrienti senza necessariamente subirne gli effetti negativi. A questo punto si ferma la notizia e comincia il necessario periodo di studio e approfondimento. Ovviamente vi terremo aggiornati qualora emergessero future novità.