Immagine del Dr. Andrea Cocci

Ipertrofia prostatica benigna

Ipertrofia prostatica benigna

A Villa Donatello tutte le metodiche per trattarla:
un’intervista al Dr. Andrea Cocci

Oltre 6 milioni di uomini italiani over 50 soffrono di Ipertrofia prostatica benigna ed interessa l’80% degli uomini over 80.

Negli ultimi anni, 10 uomini su 100 tra i 40 e 50 anni hanno già sviluppato i primi sintomi, facendo così registrare un abbassamento della soglia di età di chi viene colpito
dall’ipertrofia prostatica benigna, che si manifesta anche negli over 30 con i primi disturbi alle basse vie urinarie.

Ad oggi, Villa Donatello è l’unica struttura in Italia che possiede tutte le metodiche disponibili per il trattamento di questa patologia.

Scopriamone di più con il Dr. Andrea Cocci, urologo e andrologo che lavora sia all’AOU Careggi – dove è assistente professore e ricercatore presso l’Università di Firenze – che a Villa Donatello, dove svolge la libera professione occupandosi delle patologie del tratto urinario, in particolare dell’ipertrofia prostatica e delle malformazioni urogenitali.

Dr. Cocci, che cos’è l’Ipertrofia prostatica benigna?

L’ipertrofia prostatica benigna è un fisiologico ingrandimento della prostata che colpisce gli uomini a partire dai 30 anni e non ha nessuna correlazione con il tumore alla prostata. Se la vogliamo vedere sotto un punto di vista più ampio viene considerata una malattia del benessere in quanto, adesso che l’aspettativa di vita supera i 78 anni, sempre più uomini soffrono di ipertrofia prostatica proprio perché l’ingrandimento è rientra nel normale processo di invecchiamento.

Spesso è invece la conseguenza di cattive abitudini quotidiane: avere uno stile di vita sano e corretto è fondamentale per la salute del nostro organismo.

La prostata è infatti una ghiandola estremamente sensibile all’infiammazione, condizione causata per esempio da una cattiva alimentazione, da una vita sedentaria, dal fumo: i pazienti che soffrono prostatiti, cioè infiammazioni prostatiche ripetute durante l’arco della vita, svilupperanno un’ipertrofia prostatica più precoce e più severa.

Quali sono i sintomi con i quali si manifesta l’Ipertrofia prostatica benigna?

L’ingrandimento prostatico causa sintomi di tipo urinario ostruttivo in circa l’80% dei pazienti, rendendo difficoltoso il normale passaggio dell’urina dalla vescica all’esterno del corpo.

Ci sono poi ipertrofie prostatiche che danno sintomi più importanti quali: la diminuzione del getto dell’urina; l’aumento della frequenza urinaria; la necessità di alzarsi la notte per andare in bagno; infezione frequente (cistite o prostatite) per l’impossibilità di svuotare la vescica, fino a sintomi più importanti come la disfunzione erettile o l’impossibilità di urinare con la necessità del posizionamento di un catetere vescicale.

Come viene scelta la tipologia di trattamento per portare il paziente alla guarigione?

La maggior parte dei pazienti è costretta ad assumere farmaci per guarire dall’ipertrofia prostatica benigna; molti altri sono costretti a ricorrere a delle terapie chirurgiche. Ogni trattamento scelto è comunque secondario ad una diagnosi ed il paziente dovrà essere prima inquadrato con tutta una serie di esami: più i sintomi sono importanti, più ci si sposterà su terapie maggiormente aggressive.

Per ogni paziente esiste la metodica giusta ed è estremamente utile che in un’unica clinica siano disponibili tutte le terapie e metodiche, in modo che l’urologo ed il chirurgo possano scegliere il percorso più adatto a trattare ogni singola prostata: una vera e propria tailor made therapy, una terapia sartoriale scelta in base ai sintomi e alla situazione medica del paziente.

Come viene trattata, in prima istanza, l’Ipertrofia prostatica benigna?

L’ipertrofia prostatica, come tutte le alte malattie, si approccia in una prima istanza a livello farmacologico. I farmaci disponibili sono di tre famiglie e dipendono chiaramente dal grado di severità della malattia. Si parte con i fitofarmaci, cioè farmaci di totale estrazione naturale che hanno un’azione antinfiammatoria molto blanda e che possono essere applicarti a pazienti con sintomi estremamente leggeri in particolare nella giovane età. Seguono i farmaci alfalitici, che vanno direttamente ad allentare la costrizione data dall’ingrossamento della prostata. Sono dei farmaci estremamente efficaci ma poco graditi dal paziente in quanto hanno lo spiacevole effetto collaterale di bloccare l’espulsione dello sperma durante l’orgasmo e questo è un qualcosa che molti uomini non gradiscono a prescindere dal miglioramento della condizione urinaria.

Infine, troviamo i farmaci antiandrogeni, che abbassano i livelli di testosterone: la prostata è testosterone dipendente e l’abbassamento dei suoi livelli ne provoca in qualche modo una minima diminuzione di volume.

Come è intuibile la diminuzione di testosterone ha degli effetti collaterali importanti, uno su tutti il calo della libido, anch’esso molto poco gradito dai pazienti.

Queste tre tipologie di farmaci vengono utilizzati non solo in sequenza a seconda della gravità dei sintomi, ma possono essere anche utilizzati insieme come terapia combinata in  pazienti dove l’ipertrofia prostatica si manifesta in maniera particolarmente severa.

Ovviamente non a tutti i pazienti funziona la terapia farmacologica: statisticamente parlando, su 100 pazienti, il 30% non trova una risoluzione con i farmaci e deve optare per un’alternativa chirurgica.

Quanti metodi chirurgici esistono e come vengono scelti?

I trattamenti non medici per gestire l’ipertrofia prostatica sono estremamente targettizzati su quello che è l’individuo.

Si dividono in terapia interstiziale e chirurgia resettiva.

I pazienti di oggi arrivano molto preparati alla visita con il medico e spesso suggeriscono la metodica con la quale vorrebbero essere operati: vogliono che tolga i sintomi urinari – quindi tutte le urgenze, le impossibilità di urinare, etc. –, che sia sicura, che porti ad una rapida ospedalizzazione e conseguente dimissione, e preferibilmente anche il mantenimento dell’eiaculazione.

Tutto questo non può essere fatto, ovviamente, prescindendo dalla condizione di partenza: ogni prostata ha la sua metodica di elezione ed è il chirurgo che sceglie il miglior cacciavite per quella vite.

In cosa consiste la terapia interstiziale?

Quando l’ipertrofia prostatica si presenta in pazienti con prostate non estremamente voluminose e molto intenzionati al mantenimento dell’eiaculazione, possono essere utilizzate le cosiddette terapie interstiziali, dove non si va a rimuovere del tessuto, ma si va ad inserire all’interno della prostata, chiamata adenoma, del calore, o con il vapore (Rezum) o con un laser (Echolaser o TPLA): lo shock termico provoca una retrazione del tessuto e quindi una diminuzione del volume della prostata.

L’intervento viene praticato in day-hospital, rimuovendo completamente la sintomatologia che per 5/6 anni non si ripresenterà.

Il giorno dopo l’intervento il paziente può riprendere le normali attività quotidiane.

Cos’è la chirurgia resettiva?

Quando la prostata è più voluminosa ed i sintomi sono più importanti, bisogna ricorrere a quelle che sono le metodiche chirurgiche resettive, dove il tessuto va asportato.

Queste si dividono in due grandi famiglie: l’ablazione con acqua – la metodica si chiama aquabeam ed è una tecnica robotica con cui si va ad asportare il tessuto in forma automatizzata attraverso un software che misura il tessuto da togliere e lo rimuove in forma automatica.

È una metodica particolarmente interessate perché oltre a rimuovere il tessuto, conserva l’eiaculazione.

Se invece i pazienti non sono particolarmente interessati all’eiaculazione ma hanno la necessità di procedere con una terapia resettiva, possiamo ricorrere ai laser.

Esistono tre tipi di laser: a olmio, chiamato HOLEP; laser a tullio, chiamato TULEP, laser a luce verde, chiamato GREEN LIGHT.

Queste metodiche hanno la capacità di andare a rimuovere il tessuto in maniera estremamente rapida. La differenza tra le metodiche resettive e quelle interstiziali è che nelle prime il paziente ha necessità di essere ricoverato da uno a tre giorni, cui seguiranno due giorni di convalescenza.

Cosa differenzia Villa Donatello dalle altre strutture sanitarie
nel trattamento dell’Ipertrofia prostatica benigna?

Villa Donatello è l’unica struttura in Italia dove sono presenti tutte le tecnologie esistenti per trattare l’ipertrofia prostatica benigna; inoltre qui è possibile trovare un team di chirurghi ed urologi esperti in ogni metodica per curare questa patologia, garantendo così massimi livelli di professionalità e consulenza.

In particolare ci tengo a citare i colleghi che lavorano direttamente insieme a me nel gruppo di lavoro associato che abbiamo costituito: Matteo Salvi, Francesco Sessa e Agostino Tuccio.

Ci sono pazienti che in base alla propria condizione devono essere trattati con una o con l’altra metodica: a Villa Donatello riusciamo a curare tutti i casi, nessuno viene mandato in qualche altra clinica né viene trattato con una metodica sbagliata, cosa che purtroppo può accadere quando in una struttura è disponibile una singola o doppia tecnologia.

Inoltre, Villa Donatello offre un percorso che accompagna il paziente dalla diagnosi alla completa guarigione in cui si intersecano diverse figure professionali ed è un percorso estremamente standardizzato che funziona.

Oltre agli aspetti che riguardano l’intervento chirurgico in sé, è importante sottolineare che l’inquadramento diagnostico pre-operatorio, fondamentale nel percorso che porterà alla guarigione, viene fatto con tecnologie all’avanguardia.

Da chi è composta l’equipe e come viene organizzato il lavoro?

A Villa Donatello abbiamo costituito l’equipe con un approccio moderno, inserendo le eccellenze di ogni singola metodica: si tratta dei migliori professionisti per il trattamento dell’ipertrofia prostatica a 360°; nel team siamo tutti intercambiabili sulle varie metodiche, ma ognuno di noi si è specializzato su una di queste.

Lavorando in equipe, siamo sempre presenti contestualmente in sala operatoria: abbiamo così la possibilità di intercambiarci e di consigliarci, anche fisicamente, sulla scelta della procedura prima di intervenire.

La multidisciplinarietà è ormai presente anche nella singola specializzazione proprio per la presenza di così tanta specificità, tecnologia, variabilità del paziente. È un approccio che per noi è vincente, dà la massima garanzia di soddisfazione per il paziente e in termini di sicurezza sicuramente è la miglior qualità che ad oggi possiamo offrire.


 

medici sperimentano su una protesi le tecnologie di chirurgia al laser

La rimozione dei tatuaggi grazie alla tecnologia Laser

“Tattoo removal”, il laser per la rimozione dei tatuaggi

Due giorni di corso organizzato dalla European Society for Lasers and Energy Based Devices a Villa Donatello

Tatuarsi è semplice, rimuovere il tatuaggio, quando per varie ragioni non dovesse più risultare gradito, lo è un po’ meno.

Solo grazie alla moderna tecnologia laser è oggi possibile eliminarlo anche se composto da pigmentazioni di vari colori.

La rimozione attraverso il laser è una delle tecniche illustrate durante il Primo corso internazionale sul laser e i sistemi basati sull’energia fisica, organizzato presso la Casa di Cura Villa Donatello di Firenze dalla prestigiosa ESLD (European Society for Lasers and Energy Based Devices), unica società scientifica del settore accreditata in Europa, che ne raccoglie i maggiori professionisti e che vede proprio in Villa Donatello una delle due sole strutture riconosciute in Italia.

In base a un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità in Italia, a presentare tatuaggi sulla propria pelle sono quasi sette milioni di persone, cioè il 12,8% della popolazione.

Il tatuaggio è più diffuso tra le donne (13,8% del campione coinvolto nella ricerca) rispetto agli uomini (11,7%).

Il primo tatuaggio viene effettuato mediamente a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%).

Le richieste di Tattoo removal sono in forte aumento oggi – spiega il dottor Nicola Bruscino, dermatologo – e in molti casi si tratta di persone a cui dopo averlo fatto comincia a disturbare il fatto di mostrarlo, soprattutto per motivi di carattere professionale. Oggi la terapia è possibile grazie ai laser di ultima generazione, che sono in grado di rimuovere i pigmenti colorati, ma si tratta di dispositivi che solo il medico può utilizzare e in particolare un dermatologo, che la ha giusta esperienza nel settore.

Un intervento che richiede per altro un ciclo di sedute.

Sicuramente almeno 4 o 5, perché il laser non elimina il pigmento di per se stesso come se fosse un cancellino, ma ha l’effetto di indurre le cellule a fagocitarlo, dopo averlo frammentato e degradato. Di fronte a tatuaggi con pigmenti di vari colori servono macchine in grado di lavorare su più lunghezze d’onda e agire in modo appropriato su ciascuna colorazione. Cosa importante non si tratta di una terapia dolorosa, in quanto vengono utilizzati sistemi di refrigerazione o creme anestetiche da applicare sulla parte interessata. Va però detto che il momento migliore per la rimozione è quello invernale, poiché va evitata l’esposizione al sole o a sostanze irritanti. Questo, mentre il picco di richieste si concentra proprio in estate, quando le persone si preparano ad indossare il costume da bagno.

C’è però anche un altro tipo di tatuaggio, che ci si può trovare ad avere involontariamente, cioè quello seguito ad un incidente.

E’ quello che noi chiamiamo tatuaggio da trauma – spiega ancora il Dr. Bruscino – che capita soprattutto ai motociclisti ed è spesso causato da incidenti stradali, magari dopo una strisciata sull’asfalto. Non si tratta di cicatrici, ma proprio di particelle di asfalto pigmentate rimaste sotto la cute e che non si possono rimuovere per via chirurgica per le loro dimensioni ridotte. Il laser invece agisce dall’esterno, frammentandole senza agire sul derma.


Un’intervista al Prof. Paolo Bonan a latere del Corso sulle Tecnologie Laser


Troppo spesso si tende a semplificare quando si parla di laser terapie – avverte il professor Paolo Bonan, dermatologo di Villa Donatello -, ma la parola laser è un acronimo generico che include una notevole varietà di sistemi, che scelti e modulati da personale preparato permettono di raggiungere ottimi risultati in ogni settore della dermatochirurgia e chirurgia plastica, dall’estetica a determinate condizioni patologiche, come le malformazioni vascolari e le lesioni pretumorali non-melanoma. In questi due giorni di corso, sotto l’egida della European Society for Lasers and Energy Based Devices, abbiamo mostrato anche in modo pratico i campi di intervento del laser a un parterre di professionisti che si sono confrontati con le più recenti applicazioni. Questo grazie anche alle innovative tecnologie di cui dispone Villa Donatello.


Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo all’articolo dedicato al Corso che trovate a questo link.

il tavolo dei relatori del convegno dedicato alle tecnologie laser

Villa Donatello per due giorni capitale mondiale delle tecnologie laser

Le tecnologie laser al centro di un importante corso a Villa Donatello

Dal ringiovanimento cutaneo alla correzione delle cicatrici dopo traumi e ustioni:
due giorni di corso organizzato dalla ESLD l’8 e 9 luglio scorsi.

Il ringiovanimento cutaneo, il trattamento degli angiomi, l’atrofia vaginale in menopausa, persino il tattoo removal, cioè la rimozione dei tatuaggi trovano oggi una risposta nuova proprio attraverso tecniche laser.

L’8 e 9 luglio Villa Donatello ha ospitato, infatti, il Primo corso internazionale sul laser e i sistemi basati sull’energia fisica, organizzato dalla prestigiosa ESLD (European Society for Lasers and Energy Based Devices), unica società scientifica del settore accreditata in Europa, che ne raccoglie i maggiori professionisti e che vede proprio in Villa Donatello una delle due sole strutture riconosciute in Italia.

Si è trattato di un incontro di formazione ad alti livelli – dichiara il professor Paolo Bonan, specialista in dermatologia e chirurgia laser, oltre che key officer di ESLD – a cui hanno partecipato medici provenienti da vari paesi, come il Canada, l’Egitto e l’India. Fra i temi più innovativi, è stato trattato quello della correzione delle cicatrici a seguito di ustioni e di traumi facciali. Oggi disponiamo di tecnologie che, con l’impiego di laser combinati, consentono di ripristinare la funzionalità e in molti casi anche l’estetica dei tessuti. Specialmente nei bambini, i sistemi laser rappresentano l’asse portante della terapia.

Non è mai stato possibile – prosegue il professor Bonan – trattare le cicatrici con la stessa efficacia di oggi. Se si considerano le cicatrici da ustione, le possibilità di rimodellare il tessuto fibroso atrofico o ipertrofico, come quello che troviamo in alcuni casi devastanti, rappresenta un indiscutibile progresso in un settore dove i risultati sono stati fino ad oggi scarsi. I bambini e anche gli adulti sottoposti a questi trattamenti traggono estremo conforto dalle terapie e vengono messi in grado di riappropriarsi di certi movimenti, come lo stretching, cioè l’allungamento, degli arti o la mimica facciale, che altrimenti sarebbero risultati compromessi. L’uso dei sistemi laser, grazie alla collaborazione tra specialisti e alle combinazioni con altre metodiche, permette anche di migliorare sensibilmente l’estetica”.

Il corso si è articolato su una parte di approfondimento teorico e una parte pratica, in cui l’impiego del laser è stato mostrato facendo ricorso a speciali maschere di materiale plastico con caratteristiche simili a quelle della pelle umana.

Veramente ricco il parterre dei relatori, tra i quali Nicola Zerbinati (Pavia), Leonardo Marini (Trieste), Ashraf Badawi (Canada), Paolo Bonan (Firenze), Matteo Tretti Clementoni (Milano), oltre allo stesso presidente del board di ESLD Hans-Joachim Laubach (Ginevra).

Proprio oggi che molti centri si propongono per interventi estetici la qualità dei medici, la disponibilità tecnologica, la possibilità di offrire ai pazienti un servizio a 360 gradi fanno la differenza. L’innovazione in campo medico è essenziale e Villa Donatello lavora nell’ottica di fornire ai propri pazienti un servizio di elevata qualità e all’avanguardia, attraverso l’impiego di tecnologie sempre più mirate e sicure. Siamo stati davvero lieti di poter ospitare questo evento internazionale, che ha permesso di assistere ad interventi di medici di indubbio valore – commenta il presidente di Villa Donatello, Lorenzo Bifone – per studiare e comprendere le nuove applicazioni della tecnologia laser, che la nostra casa di cura sta già impiegando. Abbiamo per altro già in programma altri eventi a partire dal prossimo autunno, organizzati sempre grazie ai nostri specialisti”.


Durante il Corso è stato approfondito il tema della rimozione dei tatuaggi grazie alla dermochirurgia laser. Puoi leggere in merito questo nostro articolo che contiene anche un’intervista video al Prof. Paolo Bonan.

personaggio Lego con cicatrici

Piccola Guida alle Cicatrici

(Photo © by Pascal on flickr)

Le cicatrici, come trattarle oggi

La storia del trattamento delle cicatrici ha visto grandi evoluzioni negli ultimi anni: le tecniche oggi utilizzate presso la nostra struttura sono di ultimissima generazione. Per farvi capire meglio come affrontiamo il problema ci è sembrato utile realizzare questa piccola Guida alle Cicatrici.

Da cosa deriva il termine cicatrice?

L’origine latina Cicatrix, dalla radice Cingere – legare attorno – indica il significato della cicatrice, ovvero quello di connettere i tessuti circostanti, rimasti illesi o comunque in grado di partecipare alla guarigione della ferita.

La cicatrice è il tessuto fibroso che ripara le ferite e le perdite di sostanza dei tessuti e degli organi.

Il tessuto cicatriziale, infatti, si forma tutte le volte che si verifica un’interruzione della continuità della cute in seguito ad un evento patologico o traumatico.

Inevitabilmente le cicatrici lasciano sempre un segno più o meno evidente sulla pelle. Possono essere i segni lasciati dalla varicella, dall’acne durante l’adolescenza, oppure dai punti di sutura che sono stati praticati in seguito a delle brutte cadute o dopo essersi sottoposti ad interventi chirurgici.

Le cicatrici possono metterci a disagio, creandoci dei problemi di non accettazione del nostro aspetto a livello estetico, o addirittura comportare limitazioni funzionali per i movimenti.

immagini di cicatrici da acne
1A: Cicatrici atrofiche da acne sul volto di una giovane paziente B: La scomparsa delle cicatrici dopo un ciclo di 3 sedute laser CO2 frazionale

Come si presenta una cicatrice?

Dal punto di vista clinico la cicatrice si mostra con una superficie liscia, priva di peli, ghiandole sudoripare e solchi cutanei, di colore diverso rispetto al tessuto circostante.

La cicatrice può apparire piana, rilevata o infossata a seconda del processo che l’ha determinata.

Il tessuto cicatriziale non è identico al tessuto che sostituisce ed è sempre di qualità inferiore, non è un caso infatti che le cicatrici cutanee siano più sensibili ai raggi ultravioletti.

La prima considerazione da fare è che il processo cicatriziale non è un processo patologico, ma l’ultima fermata di un lungo percorso fisiologico che l’organismo compie verso la guarigione delle ferite.

La durata e ed il risultato di questo processo dipendono dalle dimensioni, dalla profondità della lesione, e soprattutto dall’origine di quest’ultima; quindi si rileva una notevole variabilità del tempo di cicatrizzazione, a seconda che sia una ferita traumatica più o meno contusa e sporca, di un’ustione elettrica, termica o chimica.

La cicatrizzazione non è uguale per tutti, in genere più la pelle è scura e la persona è giovane maggiori sono i rischi di una cicatrice antiestetica, brutta. Inoltre alcune zone del corpo cicatrizzano meno bene di altre (torace, sterno, dorso e articolazioni).

Le cicatrici sono tutte uguali?

Nel processo di cicatrizzazione si possono presentare alterazioni: per eccesso (cicatrice ipertrofica) o per difetto (cicatrice atrofica).

Nella cicatrice ipertrofica, il tessuto cicatriziale si forma in modo eccessivo rimanendo poi sempre rilevato e dolente.

Nella cicatrice atrofica, il tessuto che si forma è insufficiente e l’area assume un tipico aspetto depresso.

La cicatrice ipertrofica spesso viene scambiata per un cheloide, ma a differenza di questo il tessuto cicatriziale in esubero rimane all’interno dei confini della cicatrice che si presenta arrossata e rilevata; si può accompagnare ad una sintomatologia pruriginosa e talvolta a fastidio locale.

Che cos’è il cheloide?

Il termine cheloide deriva dai greci antichi che utilizzavano questo termine per la similitudine con la chela del granchio.

Si tratta di una crescita anormale di tessuto fibrotico che supera abbondantemente i margini della ferita iniziale, deformando la cute circostante; il cheloide infatti appare esteticamente estraneo alla zona anatomica dove è localizzato e comporta un forte senso di prurito e talvolta dolore.

Lo sterno, i lobuli dell’orecchio, le spalle e le guance sono le sedi più frequenti delle cicatrici cheloidee.

La formazione di un cheloide è più comune durante l’adolescenza e la gravidanza.

In alcune culture africane questa forma di guarigione eccessiva, esuberante, viene impiegata per creare dei disegni decorativi, simili a tatuaggi.

Il cheloide si manifesta come una abnorme cicatrice, rilevata, a superficie liscia e lucida spesso attraversata da grossi vasi sanguigni di colore rosso-violaceo. Inoltre col passare degli anni il cheloide può aumentare le sue dimensioni sviluppando proiezioni ed estroflessioni simili ad artigli.

Dal punto di vista psicologico il cheloide può determinare spiacevoli ripercussioni: il continuo bisogno di giustificazioni, il senso di inadeguatezza, il disagio e a volte la vergogna di chi non lo può nascondere.

Sono frequenti? E cosa li favoriscono?

La frequenza di cicatrici ipertrofiche e cheloidi è sostanzialmente sovrapponibile nel sesso maschile e femminile, mentre la prevalenza è nettamente più alta nella popolazione nera, ispanica ed asiatica rispetto ai caucasici; i principali fattori favorenti sono i seguenti:

  • Storia familiare di cicatrici ipertrofiche e cheloidi
  • Pigmentazione scura della pelle
  • Particolari regioni cutanee del corpo: regione deltoidea, tronco, lobi delle orecchie
  • Gravidanza
  • Adolescenza

Come si curano?

La gestione terapica delle cicatrici varia in rapporto al tipo di cicatrice o cheloide:

  • Massaggio ripetuto più volte al giorno
  • Compressione continua
  • Dermoabrasione
  • Trattamenti con basse dosi di radiazioni
  • I trattamenti chirurgici (non per i cheloidi) :
    Escissione intralesionale
    Escissione completa
  • Vitamina E
  • Lamine sottili di Silicone
  • Infiltrazione locale di Corticosteroidi
  • Crioterapia
  • Imiquimod al 5%
  • Infiltrazione locale di Verapamile
  • Infiltrazione locale di Fluorouracile
  • Infiltrazione locale di Bleomicina
  • Laser : Pulsed Dye Laser e Laser CO2 frazionale
  • Lipofilling

La gestione delle cicatrici/cheloidi fino ad oggi?

Tipicamente nei 4-6 mesi successivi alla formazione della cicatrice, viene spesso consigliato di applicare gel o fogli di silicone; il foglio di silicone sembra agire aumentando la temperatura cutanea locale, incrementando l’idratazione e la concentrazione di ossigeno, queste tre azioni possono rendere la cicatrice più morbida e piatta. L’effetto del silicone si è sempre però rivelato piuttosto modesto e spesso il suo impiego è derivato solamente dalla praticità della contemporanea azione di schermo solare fisico.

L’infiltrazione locale di corticosteroidi iniettati nel contesto della cicatrice esplica un’azione antinfiammatoria, antimitotica e vasocostrittrice, arrestando la trasformazione ipertrofica della cicatrice.

L’infiltrazione intralesionale viene fatta ogni 3 settimane, con una tecnica particolare che spesso si rivela difficoltosa per la dura consistenza della cicatrice o del cheloide. Il trattamento va proseguito per almeno 4-6 mesi e deve essere attentamente monitorato per evitare i classici effetti collaterali dei cortisonici quali atrofia cutanea, depressioni cutanee, ipopigmentazioni locali.

Approccio chirurgico: la sola chirurgia si è rivelata quasi sempre come un’arma perdente soprattutto nei confronti dei cheloidi per la comparsa di successive recidive cheloidee anche più invasive e mostruose delle pregresse lesioni.

Le sedute di radioterapia mirata, sebbene in mani esperte possano rappresentare una terapia efficace, espongono il paziente a radiazioni dannose per la propria cute (radiodermiti), e per gli organi sottostanti.

Alcune evidenze scientifiche hanno mostrato come terapie come l’applicazione di crema di Imiquimod al 5%, l’infiltrazione locale di Verapamile, di Fluorouracile o di Bleomicina, possono costituire trattamenti alternativi, anche se la scarsa praticità del loro utilizzo ne ha limitato molto la diffusione in ambito medico.

Il presente ed il futuro del trattamento delle cicatrici/cheloidi?

Ad oggi i sistemi laser rappresentano un mezzo sicuro per trattare questo tipo di lesioni, privo di possibili effetti indesiderati.

Il Pulsed Dye Laser (PDL) agisce in modo selettivo sull’emoglobina, molto presente nei vasi sanguigni; per questo motivo trova applicazione nel trattamento di tutte le lesioni vascolari superficiali (angiomi, angiocheratomi, etc) e di tante altre lesioni non vascolari ma comunque molto vascolarizzate (cicatrici ipertrofiche, cheloidi, verruche virali, sarcoma di Kaposi, psoriasi, carcinoma a cellule basali, etc).

L’azione selettiva sulla emoglobina determina la coagulazione degli stessi vasi sanguigni della cicatrice/cheloide senza creare effetti termici sui tessuti circostanti e quindi senza effetti collaterali.

La coagulazione dei vasi sanguigni comporta la ridotta fino a quasi assente perfusione ematica della stessa cicatrice/cheloide con conseguente ridotto apporto di ossigeno e nutrimento per la stessa, che in poco tempo si atrofizza fino quasi a scomparire.

Nella pratica clinica sono necessarie tre-quattro sedute a distanza di 30-40 giorni l’una dall’altra per ottenere risultati davvero sorprendenti.

Il trattamento è così poco doloroso da non richiedere neanche l’applicazione di anestetico locale, la sensazione avvertita è solamente quella di calore; per questo motivo ci limitiamo ad impiegare un sistema di raffreddamento ad aria che rende il discomfort del paziente veramente minimo. Questo aspetto si rivela molto importante soprattutto nel caso di cicatrici o cheloidi estesi.

Nelle prime due settimane successive al trattamento è importante non esporsi direttamente al sole e proteggere la pelle con filtri solari a schermo totale oltre ad applicare quotidianamente garze imbevute di acqua fredda per ridurre l’eritema ed il tipico effetto porpora.

L’aspetto viola porpora che la cicatrice assume immediatamente dopo la seduta laser, indica che il laser ha agito in modo corretto sul suo bersaglio (l’emoglobina) e quindi viene valutato come un indicatore assolutamente positivo dell’efficacia del trattamento.

A volte preferiamo abbinare il Pulsed Dye Laser (PDL) con il laser CO2 frazionale.

Il laser CO2 frazionale determina un effetto sia termico che ablativo sulla cute, liberando fattori di crescita e soprattutto riorganizzando le fibre collagene secondo una disposizione maggiormente ordinata.

L’azione sincrona sia sulla perfusione ematica della cicatrice, che viene ridotta dal Pulsed Dye Laser (PDL), sia sulla fibre collagene della stessa cicatrice, il cui orientamento viene corretto verso una migliore disposizione dal laser CO2 frazionale, comporta il vantaggio di ottenere risultati eccellenti tramite un minor numero di sedute.

Ed il lipofilling, quali applicazioni ha?

Il lipofilling è una nuova procedura, estremamente versatile, ed estremamente promettente. Trova notevoli applicazioni dal momento che si è rivelato essere efficace nel migliorare sia le cicatrici atrofiche che quelle ipertrofiche.

Si tratta di prelevare il tessuto adiposo del paziente, generalmente dalla regione della coscia, e di sfruttarne le proprietà biologiche, data l’elevata quantità di cellule staminali e fattori di crescita, iniettandolo attraverso piccole incisure all’interno della cicatrice ipertrofica.

I risultati non sono immediati ma sono visibili dopo 2-3 settimane dalla sessione e duraturi nel tempo.

La procedura, che può sembrare complessa e rischiosa per il paziente, non ha mai comportato effetti collaterali dal momento che viene utilizzato solo tessuto adiposo autologo (il paziente è sia donatore che ricevente), e quindi non a rischio di rigetto.

L’intera seduta dura circa 40 minuti e può prevedere anche l’utilizzo di laser CO2 frazionale.

Informazioni Generali

Il ricco parco di sistemi di luce e laser presente nella Unità di Dermo-chirurgia Laser di Villa Donatello garantisce, attraverso l’utilizzo di strumenti in monoterapia o terapia combinata, la migliore e più aggiornata offerta di cure per questo tipo di lesioni cicatriziali.

P.Bonan, N.Bruscino, M.Troiano
A.Bassi, E.Schincaglia, G.Rampino
D.Vitali, F.Facchini


Per Approfondire

Villa Donatello in Pillole

Villa Donatello in Pillole

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La nostra nuova rubrica video su YouTube e Facebook

I video sono una forma più rapida di comunicazione e conoscenza. A volte spiegare le attività complesse e ramificate come quelle che si svolgono presso la nostra struttura richiederebbe fiumi di parole.

Gli articoli, i blog, gli approfondimenti scritti non mancheranno, ma abbiamo deciso di farvi conoscere più da vicino le nostre Specialità ed i professionisti che le curano attraverso le immagini.

Per questo, da qualche giorno, abbiamo cominciato la pubblicazione di un nuovo format che facciamo girare sia su YouTube che sulla Pagina Facebook: Villa Donatello in Pillole.

Attraverso questi video brevi realizzeremo un percorso tra molte specializzazioni, toccando vari punti che piano piano analizzeremo più nello specifico, nella speranza di esservi di utilità e di spingervi anche a chiedere che cosa sareste interessati a scoprire.

Potete quindi navigare le pagine di tutte le nostre Specializzazioni e farci richieste di approfondimento su ciò che vi preme di più; sarà nostra cura, a quel punto, coinvolgere i professionisti in grado di darvi le risposte giuste e filmarli appena disponibili.

La storia di questa nuova rubrica è cominciata grazie alla disponibilità del prof. Paolo Bonan, responsabile di Dermatologia presso la nostra struttura, del quale abbiamo già pubblicato due video: uno relativo alle cicatrici da ustione e uno invece dedicato agli Angiomi che vi riproponiamo qui.

Successivamente abbiamo cominciato a fare una panoramica sulla Specialità di Flebologia, in compagnia del Dr. Luca Gazzabin. Con lui, nelle prossime pubblicazioni, ci addentreremo nelle tecniche utilizzate in questo ambito. Vi riproponiamo qui il primo video che lo vede coinvolto.

Quest’oggi invece abbiamo aperto il capitolo legato alla Fisioterapia ed alla Riabilitazione, in compagnia del Dr. Maurizio Ciacci. Nel primo video realizzato con lui assistiamo alla realizzazione di un bendaggio particolare che vedremo successivamente in azione in esercizi riabilitativi, sia passivi che attivi.

Villa Donatello in Pillole non sarà la nostra unica rubrica video.

Stiamo già lavorando alla realizzazione di approfondimenti e Speciali che abbiano un respiro più ampio e che scendano molto più nel dettaglio. Anche questi contenuti che verranno saranno sicuramente influenzati dalle vostre eventuali richieste. Per questo vi chiediamo di interagire con noi proponendoci nuovi argomenti o vere e proprie domande, sia nei commenti a questo blog che si qualsiasi dei nostri profili attivi sui Social Networks.

Internet da sempre è stato luogo molto frequentato da persone in cerca di approfondimenti o rudimenti di medicina. La smisurata grandezza del mezzo però non ha mai aiutato l’utente a trovare fonti di informazioni sicure. Il rischio è sempre stato quello di lasciare che a parlare di argomenti molto delicati fossero persone non specializzate, con le conseguenze che si possono immaginare.

Proprio per questa ragione Villa Donatello ha scelto di favorire con voi una linea diretta di comunicazione, provando a fare luce su argomenti molto importanti con puntualità e professionalità.

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dicono di noi Villa Donatello

Dicono di noi – “Vi racconto un sogno diventato realtà”

(Photo © by Patrick Emerson on flickr)

Dicono di Noi

Pubblichiamo, con il suo consenso, la lettera che ci è arrivata dalla Sig.ra Maria Assunta che parla di una vicenda medica che ha coinvolto la sua famiglia e che ha trovato nelle strutture italiane, ultima per intervento proprio Villa Donatello, quanto fino a tempo prima pensava di poter trovare soltanto in Germania. L’intervento di cui si parla nella lettera viene effettuato nella nostra struttura all’interno della specialità di Dermochirurgia Laser.

“Vi racconto un sogno diventato realtà”

Amici di Silvia e dunque amici nostri,
devo rendervi partecipi di uno splendido sogno avveratosi pochi giorni fa e che ancora una volta ha per protagonista la nostra meravigliosa principessa.
Come sapete, da due anni a questa parte la nostra vita è costellata non solo di interventi e grandi sofferenze di Silvia sopportate con un atteggiamento di donnina forte e matura da far invidia a quasi tutto il genere umano, ma a corollario di questo (giusto per non farci mancare nulla) siamo sempre alle prese con aerei, alberghi, costi per noi esorbitanti, perché come tutti sapete, stiamo andando in Germania a curare la Silvia, non avendo trovato nulla in Italia.

Ebbene, qualche mese fa, a seguito di un intervento alla spalla e di problematiche relative alla cicatrizzazione, conosco all’ospedale Meyer di Firenze, un nuovo dottore, chirurgo vascolare, che ha lavorato Parigi.
Il suo nome è Flavio Facchini.
Parlando parlando vengo a sapere che a Parigi ha lavorato con il dottor Diner, vi ricordate? Il chirurgo che operava la piccola anni fa al Gaslini e che poi fini la sua collaborazione con l’ospedale genovese.
Comincia una nuova fase nella vita della mia bimba: intervento in Germania – controllo al Meyer.
Nel frattempo ci ricontatta l’ospedale Buzzi di Milano, dove eravamo in lista d’attesa dal 2013, per un trattamento laser. Ci andiamo. Esperienza positiva, ma il prossimo trattamento è previsto per settembre perché hanno liste d’attesa chilometriche!

Durante questo periodo approfondiamo la conoscenza con il dottor Facchini e a lui io continuo a portare sempre il resoconto di quello che si fa alla piccola in Germania.

È una persona squisita, il dottor Facchini, una persona con cui Silvia (che in genere ha un sesto senso per capire le persone) instaura un rapporto speciale: È sempre felice quando sa che dobbiamo andare dal suo dottor Facchini.

Un giorno di gennaio di quest’anno, dopo aver letto l’ultima lettera di dimissione della piccola dall’ospedale tedesco, il dottor Facchini mi dice che gli interventi che Silvia fa in Germania potrebbe eseguirli anche lui!!!
Dopo tanto tribolare, questa notizia mi sembra assurda, anche perché ci sono altri ostacoli da superare per tutelare la nostra piccola: il Meyer non possiede ancora le apparecchiature Laser; e allora? Quante anestesie dovrà ancora subire la piccola per avere lo stesso trattamento di un unico intervento fatto all’estero?

Ecco che ancora una volta la grande disponibilità del dottore ci viene incontro dicendoci che a Villa Donatello sarebbe possibile fare il laser perché questa struttura dispone delle suddette macchine che servono per Silvia. Ci dà il recapito del responsabile della Dermatologia e della dermo-chirurgia Laser, pofessor Paolo Bonan, e ci dice di contattarlo.
Quale sorpresa quando nella stessa giornata è proprio il professor Bonan che mi contatta dicendo che ha parlato con il dottor Facchini e che possiamo andare da lui quando vogliamo, anche subito!!!
Sempre più sorpresi prendo appuntamento per il giorno dopo ed intanto vedo su internet se riesco a reperire notizie … finora è stato il mio solo punto di riferimento per sapere quello che si poteva fare per Silvia!!!
Del professor Bonan trovo un curriculum di altissimo livello!!!
In più, una notizia mi salta agli occhi, a Villa Donatello è stato creato “ un Centro Laser interdisciplinare in grado di abbracciare diverse specialità di ambito clinico e chirurgico (dermatologia, chirurgia plastica e ricostruttiva,  ginecologia,  oculistica,  proctologia)” e che tutto ciò “ rappresenta una straordinaria novità, non solo per la realtà fiorentina ma per tutto il Paese.”.
Comincio a tremare … possibile che sia possibile … ho quasi paura a sperare …
L’ambiente , a Villa Donatello, è molto lussuoso e ci mette un pò in soggezione …
Ci fanno accomodare nello studio del prof. Bonan e, un dottore molto gentile, ci fa qualche domanda e scatta qualche foto al visino della nostra bimba, in attesa dell’arrivo del professore.
Sono un fascio di nervi … si apre la porta ed entra un signore gentilissimo e molto cordiale. È il Professor Bonan!
Tutto quello che accade da questo momento in poi è per noi un sogno…
Il professore visita la bimba e poi si ferma chiacchierare amabilmente con noi … noi esterniamo il nostro calvario (non certo per suscitare del pietismo assolutamente fuori luogo) da due anni a questa parte … lui ci lascia parlare e alla fine ci dice che tutto questo possiamo ormai considerarlo un capitolo chiuso, che lui può prendere in cura la nostra bimba e che la clinica dispone proprio delle attrezzature idonee al suo caso …
Ci sembra tutto così strano, dopo tutto quello che abbiamo passato … ma ci costringiamo a rimanere lucidi e quindi chiediamo al professore, essendo la clinica una struttura privata, quanto ci verrà a costare tutto ciò …
Ecco che dal sogno passiamo al miracolo …
Con fare molto semplice, come se stesse parlando di fatti normali, ci dice che lui può curare Silvia in modo assolutamente gratuito, che sarà suo impegno accompagnarci verso la guarigione completa del visino della nostra principessa …
Riusciamo solo a ringraziare. Prendere appuntamento per la settimana prossima, e poco dopo siamo fuori dallo studio.
Il ritorno a casa, in macchina, è costellato di silenzi intercalati da esclamazioni: “possibile?” – “possibile sia tutto così semplice?” – “possibile a due passi da casa?” – “possibile gratuitamente a Villa Donatello?” – “possibile che tutto questo stia capitando a noi?”
Resta però il grande nodo delle troppe anestesie che la bimba dovrà subire.
Aspettiamo con ansia il prossimo appuntamento con il professor Bonan e anche quello, in date diverse, con il dottor Facchini per poter esternare i nostri dubbi.
Si va per prima dal professor Bonan e … voilà … ci troviamo anche il dottor Facchini!!!
I due ci fanno accomodare nello studio e poi ci dicono che, per non fare troppe anestesie alla piccola, si farà tutto in un’unica seduta: intervento e laser a Villa Donatello.
Il dottor Facchini vede i nostri volti un po’ dubbiosi e subito ci rassicura … anche lui eseguirà gli interventi in modo del tutto gratuito!!!
Diteci voi se non esistono gli angeli!!! … e noi ne abbiamo incontrato due!!!
Restiamo stupefatti ed intanto prendiamo accordi.
Il 23 marzo, lunedì, è il gran giorno!!!
Sentimenti contrastanti si contrappongono in noi, cosa succederà … sarà forse solo una piccolezza in confronto a quello che fanno in Germania? 
Silvia rientra in stanza dopo un tempo per noi interminabile… la guardo… la guardiamo e poi ci guardiamo… ci sembra di essere in Germania … stessa tipologia di intervento, stesso laser …
Con una piccola ma sostanziale differenza: siamo in Italia…  siamo vicini a casa nostra!!!
Allora, amici, è un sogno, un meraviglioso sogno, sì o no?
Sapete cosa vi dico? Se è un sogno, non svegliatemi!

Maria Assunta


 Approfittiamo di questa bella lettera per mostrarvi una puntata di Villa Donatello in Pillole proprio dedicata all’uso del laser per la cura e la rimozione delle cicatrici, anche se in questo caso si parla di cicatrici da ustioni. Buona visione.